torino.repubblica.it La protesta dei tassisti torinesi dura da tre giorni e ormai in città è difficile trovare un taxi (il servizio a Milano si è svolto e si svolge tutt’ora regolarmente -nota di Taxistory). Questa mattina un centinaio di auto bianche hanno raggiunto Milano per trascinare il capoluogo lombardo nella mobilitazione che è partita da Torino che ma che vuole diventare nazionale. Un centinaio di tassisti ha raggiunto la stazione Centrale e si è radunata in piazza Duca d’Aosta dopo aver messo in scena, sulla circonvallazione una protesta simile a quella di lunedì sulla tangenziale torinese. In piazza con altri cento tassisti milanesi, è iniziata un’assemblea spontanea per chiedere al Governo di modificare il decreto concorrenza e stralciare l’articolo 8 che – secondo i sindacati – “È una delega in bianco al Governo per centralizzare il comparto dei taxi e liberalizzare le licenze”.
I taxi di Torino si sono fermati lunedì per la prima volta paralizzando per ore la tangenziale. Ieri hanno riempito con seicento auto piazza Vittorio e hanno potuto consegnare a Draghi un documento con le loro richieste durante la visita torinese del presidente del consiglio. Oggi non è sciopero ma “mobilitazione”, precisano ancora i sindacati, ma trovare un taxi in città è comunque un’impresa. “Garantiamo i servizi essenziali, siamo nelle stazioni, davanti agli ospedali, siamo presenti per il trasporto di sangue, guardie mediche e disabili”, spiega Francesco Ammirati, del direttivo del comitato di base. “Chi vuole lavorare comunque è invitato a farlo, non obblighiamo nessuno a fermarsi, la mobilitazione però andrà avanti a oltranza, fino a quando non verremo ascoltati”, precisa.
Le proteste spontanee generano solo confusione.
La situazione è seria e merita una protesta totale e, per questo organizzata. Così potremo spiegare le nostre ragioni e dimostrare gli utenti che siamo dalla loro parte (altro che Uber!)