Giuda Iscariota (in ebraico: יהודה איש־קריות?, Yəhûḏāh ʾΚ-qəriyyôṯ in arabo: يهوذا الإسخريوطي; Kerioth, … – Gerusalemme, 26-36), figlio di Simone, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù, quello che secondo il Nuovo Testamento lo ha tradito per trenta denari (Matteo 26:14-16[1]) attraverso il gesto di un bacioL’Iscariota è stato quindi una figura chiave durante la passione di Gesù (la notte del giovedì santo) e successivamente si è suicidato, essendo perseguitato dalla colpa, tuttavia le fonti che riportano tali eventi sono in contraddizione e non riconosciute come storicamente valide.[2][3][4][5] La comunità cristiana lo ritiene l’uomo simbolo del tradimento, l’esatto significato del nome Iscariota è sconosciuto, anche se alcune interpretazioni hanno suggerito che il termine potrebbe indicare «uomo di Kariot» (ish Kariot).[6] Secondo altri potrebbe derivare dal persiano Isk Arioth, ovvero «colui che serve» oppure «colui che sa».
Giuda Iscariota non va confuso con Giuda Taddeo (fratello di Giacomo il Minore) e nemmeno con il quarto figlio di Giacobbe fondatore della tribù di Giuda.
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Un pò mi viene da ridere (per non piangere), a pensare a tutte le occasioni perse dalla categoria per colpa di quei rappresentanti, che con la scusa di difenderci dalle mmmultinazionaliiii (!), hanno difeso il fortino delle centrali radiotaxi….
Non bisognava essere Nostradamus per capire che il sistema di chiamata, piaccia o non piaccia, per via della tecnologia, si sarebbe giocoforza aperto al mercato…
Il taxi (che è una cosa diversa dal radiotaxi, questo penso sia ormai chiaro a tutti) essendo un servizio pubblico poteva (può!) trarne giovamento:
– sfruttando i suoi numeri (il taxi più vicino!)
– gestendo meglio la flotta (monitoraggio per occupare meglio il mercato)
– pretendendo (ed usando…) un servizio di chiamata pubblico efficiente e tecnologicamente al passo dei tempi (altro che chiedere ancora le colonnine!), in grado di assegnare al cittadino il taxi più vicino della flotta e in grado di organizzare e adeguare l’offerta alla domanda in una maniera più efficiente del nulla attuale…
– riducendo i costi di servizi (in molti casi con tecnologia ampiamente superata) che gravano oggi interamente sul tassista
Solo così, all’interno di un quadro normativo finalmente agganciato alla realtà, si potrà conservare un minimo di capacità di “trattativa” con i grandi operatori che, volenti o nolenti, sono in grado di intercettare la domanda della cosidetta “nuova mobilità”, alla quale i tassisti avranno tutta la convenienza di rispondere (altrimenti lo faranno altri…)
Abbiamo ancora un’occasione: il MAAS (finanziato con i soldi del PNNR): vediamo se anche stavolta l’impegno dei nostri eroi sarà ancora solo quello di bucare anche questo salvagente per difendere gli interessi dei soliti noti….
Abbiamo ancora una palla da giocare, cari tassisti, non spariamola fuori!
Buona e attenta analisi di Giggio.
Ma tutto parte da uno stralcio del ” famigerato e sciagurato ” art 8 dell DDL concorrenza.
Poichè solo quando questo verrà abolito si può ripartire dai decreti attuativi del 2019 per una regolamentazione delle app e una registrazione dei fogli elettronici degli NCC che lavorano per le varie multinazionali .
Solidarietà a tutti i colleghi.