ilsole24ore.com Il governo guarda alla scadenza del 30 giugno per gli obiettivi del Recovery, ma restano in sospeso diverse partite per la maggioranza. Dalla riforma dei taxi alle limitazioni al bonus da 200 euro, dal reddito di cittadinanza alla realizzazione del termovalorizzatore di Roma. Senza dimenticare le incognite legate a un eventuale nuovo invio di armi all’Ucraina. Sono alcune delle “trappole” parlamentari guardate dal governo per le prossime settimane, dopo la tornata elettorale del 12 giugno e in parallelo alla «deadline» del 30 giugno per centrare i 45 obiettivi collegati alla nuova tranche del Recovery Fund. Il tutto dopo aver aggirato, per il momento, lo scoglio del disegno di legge per la concorrenza, con l’intesa sui balneari sotto forma di sostanziale rinvio tecnico, e sbloccato il dossier della delega fiscale, ma non senza riserve da parte di Leu.
Camere in stand-by fino al 12 giugno
Fino al voto del 12 giugno, che coinciderà con quello per i referendum sulla giustizia, le Camere saranno in stand by. Ma subito dopo la maggioranza potrebbe tornare immediatamente a fibrillare. A cominciare dalle modifiche al decreto Aiuti, che è arrivato alla Camera con la fisionomia di una piccola manovra e con tutto il suo carico di bonus. Primo fra tutti quello da 200 euro esteso anche ai titolari di Reddito di cittadinanza. Un allargamento della platea su cui la Lega in primis, ma anche tutto il centrodestra hanno già annunciato una pioggia di emendamenti. Che arriveranno sulla scia dell’iniziativa di Iv che dal 15 giugno ha avviato la raccolta delle firme per abolire questo strumento.
Il Carroccio con una interrogazione in commissione Lavoro alla Camera, ha già fatto sapere di non accettare la decisione del governo, difesa dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di estendere l’una tantum ai percettori del sussidio (caro al M5S) invece di destinare le stesse risorse al sostegno delle famiglie monoreddito. E la Lega ha anche già messo nero su bianco che presenterà un pacchetto di modifiche al decreto ribadendo che il Reddito di cittadinanza disincentiva la ricerca di lavoro.
Critiche che seguono quelle già espresse nei confronti del Rdc dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. A invocare correzioni sono anche Iv, Fi e Fdi e una parte dello stesso Pd. Ma Giuseppe Conte si dice convinto che Mario Draghi saprà difendere questa misura e, sempre a colpi di emendamenti al decreto Aiuti, si prepara a sbarrare la strada, minacciando di non votare un eventuale fiducia, al termovalorizzatore su cui punta il sindaco di Roma, il Dem Roberto Gualtieri.