“Sono stordito dal trionfo della stupidità in politica. Si insegue l’evento senza comprenderne le ragioni” frase davvero appropriata al periodo contingente che ha il copyright del fu Ciriaco De Mita Onorevole di lungo corso e dalla saggezza paesana.Il plauso fatto alla votazione del Senato favorevole al DDL Concorrenza da parte della politica pone seri dubbi sul fatto che, per quanto riguarda i taxi, chi plaude al voto conosca realmente la materia.
Abbiamo avuto e abbiamo ancora rappresentanti di governo (non eletti) che incontrano il CEO dell’App Americana per tesserne a posteriori le lodi chissà perché dimenticando, che la stessa guadagna in Italia ma paga le tasse, all’estero. In tutto ciò, anche politici locali compiacenti e addirittura una struttura taxi a siglare accordi commerciali che aprono, di fatto, la porta alla multinazionale stessa e similari.
Ma cosa unisce il DDL concorrenza alle strutture come Uber? Semplice: la possibilità di monopolizzare il mercato senza creare occupazione sgretolando di fatto figure storiche come l’Artigianato e la Cooperazione che rischiano di essere spazzate via dallo strapotere dei grossi capitali che mirano ad un’ egemonia nei confronti di chi una licenza l’ha pagata con soldi e sacrifici e che solo la miopia politica e la cecità di chi con la gestione di pochi taxi si crede imprenditore, rifiuta di vedere.
E’ notizia assoluta quella della protesta da parte della quasi totalità dei rappresentanti e degli operatori del settore che a Milano, più che in altre città d’Italia, conta anche molte dimissioni di tassisti dal piccolo Radiotaxi pro Uber: un bel segnale di contrarietà da parte di una categoria che da sempre non accetta compromessi che vanno a favorire gli interessi di pochi a discapito della sopravvivenza di molti…con la speranza che altre piccole imprese silenti possano prendere spunto dal NO dei tassisti.
La colpa è principalmente di alcuni partiti del centrodestra che appoggiano il governo, La Lega, Forza Italia, e il M5S questi partiti che si dicevano essere paladini dei diritti delle piccole partite iva , come i tassisti piccoli artigiani autonomi.
Se volevano queste forze politiche con i numeri che hanno in parlamento , potevano stralciare il sciagurato art. 8 già nelle commissioni tecniche senza farlo pervenire al Senato.
Siete al momento una Vergogna per questa categoria !!! Se siamo in questa situazione è principalmente colpa vostra !!
VERGOGNA !!! VERGOGNA !! VERGOGNA !!
Ottima analisi, che condivido però solo in parte. Posso capire che la grande massa ignori la materia, ma non posso crederlo per la politica. Semmai quest’ultima finge, ed approfitta proprio dell’ignoranza diffusa per ottenere il consenso delle proprie azioni, tese purtroppo a servire l’ennesimo potere finanziario. Dal sushi a casa ai film in streaming, passando per le assicurazioni ed un’infinità di altri beni e servizi, il consumatore medio pretende di confrontare e di acquistare tutto in rete, e la sua ignoranza gli impedisce di capire perché
vi siano ancora alcuni servizi, come i taxi, che con quel sistema non possono aver nulla a che spartire. È un concetto che il consumatore medio non digerisce, e il fatto triste è che più noi illustriamo le nostre ragioni, più si rafforzano i preconcetti che già esistevano, assieme a quelli creati ed inculcati ad arte: lobby, privilegi, monopolizzazione, un mondo vecchio da spazzare via. Concorrenza, ammodernamento: un grande inganno, ma quando la massa se ne accorgerà sarà tardi. Forse potremmo, o avremmo potuto fare meglio anche noi, che tra tante lotte ed azioni intraprese non siamo stati abbastanza efficaci nel far capire all’uomo medio cosa sta accadendo e portarlo dalla nostra parte. Ed ora è la politica ad usarlo, per i propri miseri fini.