“Ci sono dei fenomeni che rischiano di scappare di mano e dato che noi sappiamo quali possono essere le conseguenze, ne ho parlato col sindaco Sala che condivide questa impostazione. Chiediamo che il ministro degli Interni intervenga in maniera decisa per cercare da un lato di stroncare l’illegalità…” parole e pensieri del Governatore Fontana che assieme al nostro primo cittadino arcobaleno, dopo il pestaggio di via Bolla, le risse tra bande, gli accoltellamenti in stazione centrale e addirittura uno skatebord scagliato, senza remore né paure, in testa ad un poliziotto intervenuto a placcare un esagitato armato di coltello in piazza Duca d’Aosta, sembrano finalmente accorgersi di cosa succede in città.
Sarebbe bastato parlare con quei tassisti che da tempo immemore supplicano aiuto chiedendo un Protocollo Sicurezza a tutela della loro integrità nello svolgimento del loro pubblico lavoro per sapere che in via Bolla in case popolari fatiscenti convive da anni una miscela esplosiva composta da nomadi, nord africani e ex abitanti delle case minime di Quarto Oggiaro oppure che le armi da taglio ormai esibite senza remore al cospetto delle Forze dell’Ordine, vengono troppo spesso puntate anche contro a chi guida taxi e filobus di notte (chi vi sta scrivendo porta ancora i segni di una lama in una mano). Potrebbe sembrare facile ironia, invece è la realtà di chi vive la strada a bordo di un’auto bianca o di un mezzo pubblico di superficie, di chi vive in un quartiere ai margini oppure, molto più banalmente vuol passare un sabato sera sui Navigli o si deve approcciare alla Stazione per prendere un treno. Milano non è sicuramente Gotham City ma, fuori dal perimetro del centro, neppure quella città da cartolina che la Giunta Comunale continua a propinarci tra negazioni e smentite. Viene davvero da chiedersi come faccia un Assessore alla Sicurezza come Granelli, che pur cresciuto in una periferia come la Bruzzano degli anni 70 dei Vallanzasca e dei Flachi, a non avere l’idea di chi vive la paura ed il disagio dati dalla mancanza di una sicurezza percepita. Inconcepibile che un tassista debba fare anche lo psicologo e l’assistente sociale al cospetto di una clientela spesso disagiata e maleducata.
Sindaco, Assessore, basta buttare la polvere sotto il tappeto: ridateci una Milano sicura dove si possa vivere e lavorare (anche nelle periferie) !