fanpage.it La storia arrivata alle cronache è questa: un tassista si è rifiutato di far pagare un turista australiano con la carta di credito spaccandogli i souvenir che aveva comprato a Murano. Poi, una volta lasciati i cocci e le valigie per strada, è scappato. Ma questa non è la storia nel suo intero, è la versione che il turista ha fornito. Per questo motivo, video e informazioni alla mano, Fanpage.it ha intervistato il tassista accusato di essersi rifiutato di accontentare il cliente facendolo pagare con il pos, per capire la sua versione dei fatti dopo la gogna mediatica a cui è stato esposto.
Come sta dopo quanto accaduto?
Mi sento sotto pressione, sono stato messo alla gogna da tutti. La categoria dei tassisti è un po’ presa di mira ultimamente, appena ne combiniamo una ci saltano addosso.
Ci racconti cos’è successo con il cliente australiano.
L’ho caricato in piazza IV Novembre, fuori dalla stazione Centrale di Milano. Ero primo della fila al posteggio taxi e l’ho visto da solo in attesa di un’auto bianca. Mi si è avvicinato e gli ho detto che ero libero. A quel punto, dall’atrio della stazione è uscita la figlia con tutti i bagagli. Io ho acceso il tassametro e nel mentre ho caricato le valigie in auto prima di partire. Una volta saliti in macchina però, il cliente ha storto il naso perché il tassametro era già acceso.
Che prezzo aveva raggiunto?
Quattro euro da 3,50 di partenza della tariffa diurna.
Allora che ha fatto?
Per dimostrargli che non sono un disonesto l’ho spento e l’ho riacceso, ed è partito da 3,5 euro. Poi ho messo in moto e mi sono diretto alla destinazione. Una volta arrivati, il prezzo della corsa segnava sei euro. Mentre scaricavo le valigie ho chiesto se potesse pagare cash, ma lui ha dato in escandescenza.
In che modo?
Ha iniziato a strillare: “No cash! No cash!”. Allora io ho preso il pos che tengo sul sedile anteriore del passeggero e sono tornato da loro. Il cliente continuava a urlare in inglese, che io non capisco, mentre in qualche modo gli chiedevo di darmi la carta per farlo pagare. Nel video che mi hanno fatto si vede che un’altra auto ci accosta e dico qualcosa al conducente.
Che gli ha detto?
Ho chiesto se potesse tradurre per me al signore che gli stavo chiedendo la carta per farlo pagare con il pos, cosa che poi è avvenuta.
Ma con i souvenir cos’è successo?
È successo che stavo scaricando le valigie quando, come si vede nelle immagini, il cliente mi ha urtato. Proprio in quel momento avevo il sacchetto in mano che si è rotto e il suo contenuto è andato in frantumi.
Si sente anche che l’ha mandato a fare in…
Sì perché lui continuava ad urlare, a sbraitare e pensavo che mi stesse offendendo nella sua lingua. Gli animi non erano calmi, ho reagito così perché mi sentivo sotto attacco.
Non si è accorto del valore degli oggetti andati in frantumi?
No, inizialmente no. Tanto che, una volta consegnatigli i bagagli, sono salito in macchina perché volevo andarmene. Avevo paura si arrivasse alle mani. Lui è molto più grosso di me, temevo potesse farmi del male e ho preferito evitare. Solo che il cliente mi ha aperto le portiere per non farmi ripartire e non riuscivo a capire perché.
Quando l’ha capito?
Più tardi, quando si è diffusa la notizia. Io sono andato subito dai vigili per denunciare il fatto e mi sono detto disposto a risarcire i danni che avevo provocato. I vigili sono andati dunque con il verbale in mano da lui per comunicargli la cosa e fissare l’appuntamento per la mattina del 24 agosto ma il cliente ha rifiutato, ha preso l’aereo di ritorno ed è andato a casa sua in Australia.
In un’intervista a Repubblica il 43enne si è lamentato di non aver ricevuto delle scuse.
Gliele ho fatte andando dai vigili e rendendomi disponibile a pagare tutti i danni provocati.
Ora rischia un provvedimento disciplinare: è la prima volta?
Sì, in 41 anni di carriera. In via Messina sanno perfettamente chi sono e come lavoro, non ho mai avuto problemi di questo genere.
Cosa rischia?
La sospensione della licenza da 1 a 90 giorni. Saprò la decisione della Commissione il prossimo 27 ottobre.