milano.repubblica.it Tre minuti di attesa al telefono scorrono inutilmente il sabato notte. “Riprova a richiamare più tardi” è l’esito del 30% delle chiamate che il fine settimana arrivano ai centralini dei radiotaxi di Milano. Il venerdì e il sabato sera sono giorni di fuoco. A cominciare dalle ventuno fino alle due di notte. “Sono i momenti in cui siamo più in difficoltà a raggiungere i clienti”, spiega Emilio Boccalini, vicepresidente di Taxiblu 02.4040, il più grande radiotaxi del capoluogo lombardo. “Sono circa 200-300 le chiamate che non riusciamo a supportare in quella fascia oraria”, aggiunge.
Montano le proteste dei passeggeri sui social. Racconti di chi ha provato a chiamare il taxi per quattro o cinque volte di fila. Di chi, come Luisa, sul gruppo Facebook della social street della zona Darsena, racconta di aver percorso 4 chilometri a piedi nel cuore della notte per far rientro a casa. Metrò chiuso e taxi introvabili: unica soluzione è scarpinare.
Ma il problema non riguarda solo il weekend. Il sistema delle auto bianche non riesce a soddisfare tutte le chiamate neppure gli altri giorni della settimana. L’orario in cui il servizio inizia ad andare in difficoltà è sempre lo stesso: dalle 18 in poi. Il rientro dal lavoro verso casa in questo modo si complica per molti. “In quella fascia oraria registriamo fino al 20 per cento di chiamate che non riusciamo a soddisfare”, spiega Boccalini.
Perché durante il fine settimana e dopo le 18 i taxi sono introvabili a Milano
Perché, dunque, si arriva a questo punto di saturazione del servizio? Le auto bianche che trasportano passeggeri a Milano, attualmente, sono 4.855. Per i tassisti, stando a questi numeri, il problema non sarebbe quello della quantità di licenze e di taxi in circolazione a Milano. I conducenti puntano il dito contro il traffico e la viabilità. “Le strade di Milano non ci permettono di arrivare da un punto all’altro della città in tempo. Il traffico è aumentato negli ultimi anni. Non c’è fluidità e non si riesce a muoversi facilmente”, spiega Paolo Gagliardi, delegato della categoria Taxi per l’Unione Artigiani di Milano. “In quest’ultimo periodo hanno concentrato una serie di eventi e di manifestazioni in città senza però ampliare l’offerta del trasporto pubblico. Le metropolitane chiudono a mezzanotte e i passeggeri si riversano sui taxi. Ma non possiamo soddisfare noi interamente la domanda. Una città europea dovrebbe garantire la metropolitana aperta oltre la mezzanotte, almeno durante gli eventi”, aggiunge Gagliardi.
La proposta dei taxisti: un tavolo con Comune e Atm a partire dai dati del traffico
La proposta dei tassisti è aprire un tavolo di confronto, insieme al Comune e Atm per trovare la quadra, partendo dalla fotografia del traffico milanese. I dati a disposizione del Comune, forniti da Amat, ad oggi raccontano l’abbandono di autobus e metropolitana da parte dei passeggeri dopo la pandemia. Dall’altra parte è aumentato il traffico su strada rispetto al 2019. Ma i cambiamenti nei flussi, secondo questi dati, sarebbero più omogenei di quelli denunciati dai tassisti. Il calo dei viaggiatori del trasporto pubblico, infatti, si sarebbe esteso dopo il Covid anche alla fascia oraria dei pendolari, quella che al mattino trasporta migliaia di viaggiatori a Milano. A una prima lettura, dunque, non ci avrebbero evidenze di un allarme del traffico serale rispetto al passato.
La difficoltà a trovare auto bianche disponibili in città era già stata affrontata da Palazzo Marino prima del Covid. Il Comune nel 2019 aveva avviato l’iter per ampliare il numero di taxi aggiungendo altre 450 nuove licenze. Proposta che però non aveva trovato il favore dei sindacati dei tassisti e che fu stoppata dalla Regione, impedendo di portare a termine la riforma.