Vita da tassista dopo l’aggressione in stazione, a Cesena sono 16: “A volte mi sembra terra di nessuno. Vogliamo più controlli”

cesenatoday.it L’alba di violenza dello scorso sabato, oltre a riaccendere il problema ormai ciclico della sicurezza in stazione a Cesena, apre uno spaccato sulla categoria dei tassisti, che spesso si guadagna a livello nazionale per vari motivi le pagine dei giornali. In città c’è stata una aggressione in piena regola da parte di due balordi, uno armato di coltello, una brutta avventura accaduta davanti all’ingresso della stazione ferroviaria, ai danni di chi stava facendo solo il suo lavoro. Ma come è la vita di un tassista nella nostra città, è un mestiere ancora remunerativo e ambito? Ne parla Lorenzo Corallini, responsabile di Cna Fita che riunisce oltre 763 imprese impegnate nel trasporto, un settore da sempre fondamentale nel territorio cesenate. Cna Fita rappresenta le imprese del trasporto merci, ma anche del trasporto persone, tra cui appunto i tassisti.

Corallini, quanti tassisti ci sono a Cesena?
A Cesena le licenze per i taxi sono 16, lavorano nell’ambito della cooperativa Co.ta.ce che organizza un servizio ben strutturato sul territorio. Parliamo di una realtà che esiste da oltre 30 anni e che ha un ottimo rapporto con l’amministrazione comunale, e direi con tutta la città. E’ una categoria di lavoratori ben inserita a Cesena che offre un servizio importante, penso ai giovani che magari nel fine settimana bevono un po’ più del dovuto, e hanno la possibilità di tornare a casa in sicurezza.

Fare il tassista è un lavoro remunerativo in una città come Cesena?
Direi che il margine di guadagno c’è, ci sono 16 persone che hanno una alta professionalità e possono coprire il territorio della città, ma anche quello dei comuni limitrofi. Parliamo sicuramente di una categoria che ha sofferto molto durante il lockdown.

Chi è il cliente tipo dei tassisti di Cesena?
Sono varie le tipologie di clienti, in estate i treni che arrivano in Riviera dalla Germania danno la possibilità di accompagnare i turisti anche stranieri nelle città di mare come Cesenatico e Cervia. Ma ci sono anche tanti clienti dei taxi che si spostano per motivi di lavoro in una città che ha diverse grandi aziende. A spostarsi sono dirigenti, il personale in genere, anche le fiere attirano molte persone che possono avere bisogno di un taxi. E infine ci sono gli universitari.

E’ un lavoro che attira i giovani?
Direi di no, anzi c’è un problema di ricambio generazionale, chi è in strada mi dice che l’età media dei tassisti si sta alzando sui 40-45 anni. Inoltre c’è da considerare l’ingente investimento che si deve fare per iniziare un mestiere di questo tipo. Per la licenza spesso viene acceso un mutuo e diventa un po’ come un investimento di famiglia che passa di padre in figlio. In più c’è bisogno di un’auto che abbia determinate caratteristiche, costi che possono sicuramente scoraggiare un giovane

Quanto pesa la concorrenza di Uber?
In una realtà come Cesena poco, perché parliamo di una clientela spesso fidelizzata che conosce un tassista magari da anni, e non si affida ad una persona sconosciuta per gli spostamenti. Inoltre in città abbiamo a che fare con tariffe medie piuttosto basse, parliamo di circa 8 euro per andare in centro dalla stazione, il tariffario è fermo da 18 anni.

Dopo l’aggressione in stazione c’è un problema sicurezza?
Penso sia stato un episodio sporadico, io non ho ricevuto particolari segnalazioni di una situazione fuori controllo. Devo dire che in una fase immediatamente post covid, quando c’è stato un ‘tana libera tutti’ si sono verificati maggiormente episodi sopra le righe. In particolare casi di ragazzi che salivano a bordo alticci dopo essere usciti dalla discoteca, ma nulla di particolare. Per quanto riguarda la stazione, è la zona dove c’è maggiore movimento ed è ritrovo di persone borderline, ma penso questo sia nella normalità delle cose.

Il presidente dei tassisti di Cesena:
“Non abituiamoci a questi episodi. C’è degrado e insicurezza”
Sul fronte sicurezza tocca maggiormente con mano la situazione Claudio Rigoni, presidente dei tassisti di Cesena, che è in strada tutti i giorni, e non sottovaluta per niente il problema. “Sono sulla piazza da 18 anni – spiega Rigoni – e non voglio nascondermi dietro a un dito. In alcuni momenti la stazione mi sembra una terra di nessuno, lo spaccio di droga lo vediamo, c’è gente che bivacca, e in alcune serate si ubriacano e si prendono a bottigliate. Spesso si tratta di nord-africani – racconta – c’è bisogno di un maggiore controllo, accogliamo con favore la riqualificazione dell’area della stazione, ma è necessario nello stesso tempo un presidio delle forze dell’ordine, specialmente di sera e di notte. Non è possibile che un mio collega venga aggredito da due nord-africani ubriachi e colpito con dei calci in faccia, una persona di una certa età che stava solo lavorando. E’ accaduto a lui, ma poteva succedere ad un qualsiasi pendolare, ad una ragazza. Non ci si deve abituare a questi episodi, a volte accade che giovani donne che scendono dal treno delle 23 mi chiedano di poter aspettare nel mio ufficio, perché allarmate dalla presenza di personaggi poco raccomandabili”. La richiesta reiterata è quella di “maggiori controlli, perché il degrado e l’insicurezza sono reali”, conclude il presidente dei tassisti cesenati.