ilgiorno.it «Ti sparo in faccia, ti ammazzo pezzo di m., tassista di m.”. Sono le 3 del 3 dicembre scorso, siamo in via Goldoni. La telecamera interna dell’auto bianca di Carlo (nome di fantasia), 60 anni di cui gli ultimi 28 passati al volante nelle notti milanesi, riprende parzialmente una scena da Far West: la voce fuori campo minaccia di morte il conducente, che in quel momento sta ricevendo il pagamento di una corsa appena conclusa. La cliente è ancora in macchina, sui sedili posteriori: è letteralmente pietrificata dalla paura e continua a guardare di scatto verso la sua destra.
Sì, perché il filmato, che potete visionare sul nostro sito www.ilgiorno.it, fa solo intuire quello che sta succedendo fuori dal taxi: un ragazzo impugna una pistola, non si sa se vera o finta (ma quasi certamente senza il tappo rosso che contraddistingue una riproduzione da un’arma autentica), e dice senza giri di parole a Carlo che gli sparerà “nella tua faccia di m.”. Flashback. Cinque minuti prima, il taxi è in corso Monforte e sta viaggiando in direzione piazza Tricolore. All’incrocio con viale Majno, una monovolume verde piomba da sinistra e inchioda all’ultimo. La precedenza, a semafori lampeggianti, spetta a chi arriva da destra, ma l’automobilista inizia comunque a inveire contro il tassista, che riprende la marcia. Tutto finito? Nient’affatto. Dallo specchietto retrovisore, il sessantenne nota che quella macchina gli sta attaccata dietro. Quando si accosta al marciapiedi di sinistra di via Goldoni per lasciare la passeggera, la monovolume si affianca: oltre al conducente, in auto ci sono pure un amico sul sedile anteriore lato passeggero e una donna su quelli posteriori. È proprio quest’ultima a cercare di calmare il ragazzo alla guida, sulla ventina: «Basta, basta, lascia perdere», gli dice.
Lui non vuole sentire ragioni: apre la portiera, facendola sbattere più volte volontariamente contro quella dell’auto bianca, e mostra la pistola. «C’è qualche problema, c’è qualche problema?». «Aspetta che lascio la cliente», gli risponde Carlo con freddezza. L’altro, però, è completamente fuori di sé: «Ti giuro che ti sparo in faccia, ti giuro che ti sparo in faccia», ripete. Secondi interminabili. A un certo punto, l’aggressore richiude la portiera: «Lascia la cliente, ti aspetto più avanti: ti ammazzo». Poi riparte sgommando. Il tassista riesce a memorizzare la targa della monovolume, che per fortuna non ritroverà più sulla sua strada quella notte. Quindi la chiamata al 112 per segnalare l’accaduto e la denuncia presentata in Questura per i reati di minacce aggravate dall’uso di un’arma da fuoco e danneggiamento del taxi: agli agenti, Carlo ha consegnato il video registrato dalla dashcam e indicato la targa della macchina, che pare sia intestata a una donna residente nell’hinterland (quindi non a chi la guidava la notte del 3).
Chi osserverà con attenzione il filmato noterà l’inusuale e incrollabile calma del sessantenne, nonostante avesse a un metro e mezzo una persona armata che gli stava vomitando addosso tutta la sua rabbia: «Purtroppo ci sono abituato, facendo questo mestiere di notte – spiega con un sorriso Carlo –. Mi è già capitato nel 2016 di essere rapinato da un uomo con una pistola a Sesto San Giovanni». N.P.