Tassista minacciato con la pistola: “Il mio sangue freddo? Ho imparato a non avere paura”

ilgiorno.it A colpire tutti è stato il suo sangue freddo: “Sono una persona calma, che ha imparato a non aver paura: in quel momento, ho pensato soprattutto alla mia cliente”. Carlo (nome di fantasia), 60 anni di cui 28 passati al volante di un taxi, racconta così la notte del 3 dicembre, quando è stato minacciato con una pistola da un altro automobilista per una mancata precedenza all’angolo tra corso Monforte e viale Majno. Attorno alle 3, l’aggressore, che avrebbe dovuto dare strada perché arrivava da sinistra a semafori lampeggianti, ha inseguito l’auto bianca e si è affiancato con la sua monovolume in via Goldoni, mentre Carlo stava riscuotendo il prezzo della corsa da una passeggera.

“C’è qualche problema, c’è qualche problema”, l’approccio dell’automobilista, italiano sulla ventina. Poi la botta contro la portiera del taxi e l’arma impugnata: “Ti sparo in faccia, pezzo di m., tassista di m.”. Carlo risponde senza scomporsi: “Fammi lasciare la cliente”. L’altro non vuole saperne di calmarsi, nonostante una sua amica insista per lasciar perdere e andare via. “Ti aspetto più avanti, giuro che ti ammazzo”, le ultime intimidazioni prima di ripartire a tutta velocità e sparire nel nulla.

Il tassista ha però segnato la targa, poi comunicata agli agenti di polizia che stanno indagando sul raid di una settimana fa. In tanti, guardando il video, sono stati impressionati dal suo sangue freddo. “Le racconto un episodio risalente agli anni Ottanta che può spiegare il mio atteggiamento dell’altra notte. Mentre stavo andando in macchina a Buccinasco, mi accorsi che c’era un sacco di gente lungo la sponda del Naviglio. Erano tutti attorno a un uomo, disperato: era finito con la sua 126 nel corso d’acqua e la moglie era rimasta intrappolata. Le persone guardavano, nessuno agiva. Così mi sono buttato nel Naviglio e ho tirato fuori quella donna dall’abitacolo”.

Le era già capitato che qualcuno le puntasse contro una pistola? “Sì, nel 2016 a Sesto San Giovanni. Un finto cliente cercò di rapinarmi: io ci parlai, gli spiegai con calma che non era giusto derubare una persona che stava lavorando. Lui mi prese il cellulare, ma lasciò il suo in macchina. Andai subito in commissariato, lo presero subito”. È arrivata la solidarietà dei colleghi? “In tanti mi hanno scritto dopo aver visto il filmato che avete pubblicato: molti mi hanno riconosciuto e mi hanno fatto i complimenti per la freddezza”. Se si trovasse davanti quel ragazzo sui vent’anni che l’ha minacciata la notte del 3 dicembre, come si comporterebbe? “Mi siederei di fianco a lui come se fosse mio figlio e gli spiegherei che queste cose non si fanno: non si affrontano così i problemi, non si rischia di rovinarsi la vita e di andare in galera per una banale lite automobilistica. E soprattutto non si va in giro con una pistola a minacciare le persone”.   N.P.