Come già annunciato durante le proteste di luglio scorso, questa mattina, un folto gruppo di tassisti e rappresentanti di categoria appartenenti all’Associazione Tutela legale Taxi, coadiuvati dall’avvocato penalista di fiducia Alessandro Marcucci, hanno depositato presso la procura di Roma un esposto contro la multinazionale americana Uber.
“Il folto fascicolo racconta tutta una serie di attività lobbistiche che il gruppo californiano avrebbe messo in piedi fin dal 2017 (emendamento Lanzillotta Cociancich) e tutti i rapporti che aveva con la politica al solo fine di sospendere, cambiare leggi, o renderle più calzanti al loro modello di business – spiegano – Questi passaggi sono raccontati nei dettagli anche nell’inchiesta italiana uscita sul quotidiano L’Espresso denominata Uber files. Il settimanale, attraverso le testimonianze di un ex manager europeo di Uber, espone in maniera dettagliata quanto sia stata dirompente l’attività di lobby messa in campo sia in Italia che in altri paesi d’Europa. Il tutto ricostruito attraverso la lettura di migliaia di mail a disposizione della maxi inchiesta giornalistica e dei molti reporter che vi hanno lavorato.
Cene, incontri in sedi di partito, emendamenti scritti ad hoc, uomini di partito diventati manager dell’azienda Uber, fino ad arrivare alla primavera scorsa quando in gran segreto (notizia mai smentita) venivano ricevuti i vertici mondiali e italiani del gruppo californiano direttamente a palazzo Chigi.
Il tutto mentre stava per essere discusso in parlamento il famoso ddl concorrenza dove, all’articolo 10, venivano inserite norme chiaramente favorevoli all’attività e allo sviluppo del modello di trasporto Uber Black, fatto che finì per scatenare forti manifestazioni di piazza.
Siamo certi che la magistratura vorrà fare luce su questa vicenda che già in altri paesi ha visto coinvolti illustri nomi della politica internazionale”. (ANSA).