ilgiornale.it Il problema della sicurezza a Milano torna a essere un argomento caldo anche per la categoria dei tassisti che si trovano a operare in totale mancanza di salvaguardia soprattutto durante i loro turni notturni. Le notti milanesi sono spesso teatro di rapine e aggressioni dove le vittime sono i guidatori di auto pubbliche, ai quali dovrebbe essere assicurata l’incolumità. I luoghi maggiormente critici sono quelli in cui si concentrano la movida o la delinquenza. Al giorno d’oggi tutti i taxi hanno installata a bordo una telecamera che permette loro di immortalare l’aggressore e divulgarne poi la foto sulla chat della categoria. Noi de IlGiornale.it abbiamo deciso di affrontare il problema parlando con i diretti interessati.
Il modus operandi dei rapinatori
Il primo conducente che abbiamo interpellato ha tenuto a sottolineare che il buio e le zone poco frequentate sono fattori che facilitano il malfattore. I rapinatori, secondo il nostro interlocutore, si dividono principalmente in due categorie: quello disperato che fa una rapina e poi scompare, e quello invece recidivo che vede i tassisti come una sorta di bancomat e che spesso ha sempre lo stesso modus operandi. A tal proposito il tassista ha ricordato due fratelli che sistematicamente, prima di commettere la rapina, chiedevano il prezzo della corsa per raggiungere la Barona, una zona che evidentemente conoscevano molto bene e nella quale si sentivano al sicuro. A volte ‘lavoravano da soli’, altre volte con un terzo complice, un loro cugino, che magari li aspettava. Una volta arrivati a destinazione aggredivano il conducente dell’auto e scappavano con l’incasso.
“Rapinato alle 10 del mattino”
Un secondo tassista, Fabio, ha spiegato che le rapine ai danni degli autisti pubblici sono in forte incremento e anche in questo caso è stato paragonato l’automobilista a un bancomat che ha sempre del contante a bordo. Nonostante questi episodi siano più frequenti nelle ore notturne, le rapine possono avvenire anche in quelle diurne. Tutti i tassisti hanno montata sulla vettura una telecamera di sicurezza che dovrebbe servire come deterrente ma che in realtà ha poi un’altra funzione. Infatti, i rapinatori sono spesso tossicodipendenti o persone che hanno necessità di avere subito soldi e non fanno molto caso alla telecamera, passando all’azione nonostante vengano ripresi. Secondo Fabio, l’unico sistema per difendersi sarebbe avere un divisorio come avviene negli Stati Uniti, o sulle volanti della polizia. Il problema però è che le macchine utilizzate in Italia non sono predisposte per poterne montare uno in plexiglass delle dimensioni necessarie.
“Quasi sempre queste rapine avvengono tramite mancata indicazione di una destinazione precisa e quindi, dopo aver girato a lungo, si finisce in una via buia o addirittura fuori Milano, in mezzo ai campi, dove il tassista di turno viene aggredito, minacciato e obbligato a consegnare l’incasso”. Di notte ci sono più situazioni di molestie, persone ubriache, ma per quanto riguarda la rapina, nonostante una leggera prevalenza nelle ore notturne, può avvenire indifferentemente anche di giorno. Il signor Fabio ha ricordato di aver subito una tentata rapina in piena mattinata, verso le 10. “Il tassista è ad alto rischio perché tenta di difendersi, magari dopo aver lavorato per ore, e pur di non consegnare l’incasso rischia la vita: spesso ci sono state situazioni di ferimenti”, ha raccontato.
L’importanza delle chat tra colleghi
Nella maggioranza dei casi i malviventi sarebbero tossicodipendenti. Per fortuna i tassisti usano delle chat dove condividono con i colleghi quanto avviene e alcuni di loro hanno anche amici poliziotti che possono allertare. Il più delle volte questi rapinatori seriali vengono arrestati dopo 3-4 rapine, anche perché quasi sempre chiamano le vetture dagli stessi punti. Grazie alle telecamere montate sulle macchine viene prima ripresa l’aggressione, viene poi scaricato il frame del filmato, e infine l’immagine del rapinatore viene fatta girare sulle loro chat, così che ogni tassista possa riconoscere un eventuale criminale e dare l’allarme attraverso un pulsante di sicurezza presente in macchina per chiamare la polizia. A volte i rapinatori sono anche coppie formate da un uomo e una donna sui 30-35 anni, molte volte nordafricani.
Mattia Ferrarese, consigliere Municipio 3 e responsabile per il dipartimento trasporti e servizi pubblici locali di Fratelli d’Italia a Milano, è anche un tassista e ha tenuto a dire che la situazione è peggiorata negli ultimi anni: “Spesso veniamo offesi o minacciati da persone sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o ubriache. All’interno della vettura ci sono state aggressioni sia a mani nude che con armi da taglio o, nel peggiore dei casi, anche da fuoco. La situazione è totalmente fuori controllo, in alcune aree della movida ormai l’accesso è quasi impraticabile, come per esempio in via Lecco o in alcune aree anche sui Navigli perché il flusso di persone non garantisce il passaggio fisico della vettura che viene così presa a calci e pugni dai presenti”.
Ad andarci di mezzo è anche l’utente, infatti “al di là della mera aggressione personale diventa difficile transitare in quelle zone, dove non si può neanche più passare per il carico dell’utenza e questa è una grave mancanza che però non dipende dalla categoria quanto più dal fatto che la situazione non viene gestita e non permette l’evasione delle corse in quegli ambiti”. Il conducente ha tenuto a dire: “Se nella zona in cui c’è la movida non possiamo più caricare perché non siamo protetti, perché abbiamo paura, perché la macchina stessa poi viene danneggiata, quelle corse rimarranno sempre inevase finché non verrà risolta la situazione chiaramente legata alla movida stessa. Può essere utile, come avvenuto in passato, istituire dei fondi per le telecamere ma serve comunque un maggiore presidio e un monitoraggio del territorio da parte delle forze dell’ordine, molto più radicato e localizzato dove serve”.
Milano vorrebbe essere una smart city
Secondo Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, adesso è necessario potenziare la sicurezza per i taxi anche perché è molto cambiato il loro modo di utilizzo, soprattutto di notte, quando sono in particolare i ragazzi e le donne a richiedere il servizio. “Il Comune dovrà fare in modo che la sera del venerdì e la sera del sabato ci siano più taxi in circolazione, ma è chiaro che per ottenere questo risultato l’amministrazione debba collaborare con i tassisti e le loro cooperative per dare maggiore sicurezza, altrimenti nessuno vorrà più fare il conducente di notte. Il problema esiste: è incredibile che una ‘smart city’, come dichiara di essere Milano, non metta a disposizione tutte le possibili tecnologie per mettere in sicurezza i tassisti. Quello della vita notturna fuori controllo è un tema che l’amministrazione fa finta di non vedere ma che c’è. La movida è una delle attrazioni della città che non può certo essere chiusa, ma allo stesso tempo devono essere garantiti la sicurezza e l’ordine”, ha precisato il forzista.
“Milano ormai è il Bronx”
Silvia Sardone, europarlamentare della Lega e consigliere comunale a Milano, ha spiegato a IlGiornale.it che “Milano di notte, ma non solo, ormai è il Bronx, specie in certe periferie da bollino rosso. E il Comune di Milano, anziché garantire la sicurezza ai cittadini e ai lavoratori come i tassisti, se ne sta con le mani in mano in balìa degli eventi. I tassisti meritano rispetto e condizioni di lavoro nettamente migliori di queste, visto che svolgono un servizio pubblico. Gli agenti in più di Polizia Locale millantati da Sala, se ci sono davvero, non si vedono per le strade”. La leghista ha sottolineato che “la microcriminalità, a Milano, sta diventando una piaga diffusa grazie al lassismo di Pd e compagni. La mia solidarietà va alla categoria dei tassisti. Depositerò un’interrogazione comunale sul tema delle aggressioni per far sì che la giunta prenda coscienza dei problemi e si decida finalmente a intervenire”.
Ecco come intervenire
Anche l’avvocato Chiara Valcepina, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e neo eletta in Regione Lombardia, ha spiegato che il problema è sotto gli occhi di tutti e che in questa situazione non ci sono solo i tassisti, ma tutti i conducenti di mezzi di trasporto pubblici. Il politico ha fatto quindi l’esempio dei conducenti Atm e del personale presente nelle metropolitane, precisando che si tratta di un problema di sicurezza più generale. “Il punto è che ci vorrebbe quantomeno una presa di coscienza del problema da parte dell’amministrazione locale, cosa che purtroppo non avviene. Deve esserci consapevolezza. Invece, quando solleviamo problemi sulla sicurezza viene risposto che a Milano non c’è nessun problema di questo tipo. Il pericolo è che la situazione poi vada a degenerare. La capacità delle amministrazioni deve essere quella di prevenire tutto questo e non di far finta di nulla. Le stazioni ormai sono diventate tutte automatizzate, anche nelle metropolitane non c’è più nessun controllo del territorio”. Valcepina ha poi spiegato che sono tante le soluzioni da dover mettere in atto, e che queste devono interagire tra loro: le pene devono essere certe, la giustizia deve essere veloce, deve esserci il controllo del territorio, le amministrazioni devono riconoscere il problema e mettere quindi in atto degli strumenti veloci per un maggior presidio.