ilrestodelcarlino.it Lettera aperta dei tassisti ai bolognesi. Per spiegare le ragioni di una categoria che, sentendosi ignorata dall’amministrazione comunale, tra febbraio e marzo ha scioperato due volte. “Siamo consapevoli dei disagi che le nostre proteste stanno causando alla cittadinanza – scrivono –, ma siamo certi che comprendiate la necessità di garantire un servizio efficace, veloce e all’altezza di quel gradimento che avete sempre dimostrato”. Ascom Taxi, Cna Fita Taxi, Confartigianato Tp, UilTrasporti, Unica taxi e Uri taxi si dicono “disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale, come sempre avvenuto”.
Ma, avvertono, “non accetteremo nessuna forma di ricatto”. Ben venga “la volontà espressa” dal Comune “di un costruttivo confronto per il miglioramento del trasporto pubblico non di linea”, cioè taxi ed Ncc. Peccato però, è l’accusa, “che nell’ultimo anno abbiamo inviato almeno sette richieste di incontri che avevano come finalità proprio l’ottimizzazione e il miglioramento del servizio taxi, purtroppo non ricevendo alcuna risposta”. Da qui è nato lo stato d’agitazione e il fermo dei mezzi. “Queste azioni, che avremmo preferito evitare, hanno prodotto lo scorso il 20 marzo l’atteso incontro, che è terminato con la rottura della trattativa da parte dei sindacati a causa dell’atteggiamento ricattatorio del Comune”.
Le sigle dei tassisti da nove mesi propongono idee per diminuire l’impatto dei cantieri sulla viabilità e dunque sul loro servizio (quindi a vantaggio di chi usa taxi ed Ncc, specificano). Idee “costantemente ignorate”. Idem per “le richieste di ripristino della flessibilità della gestione del servizio esistente pre-Covid che diede ottimi risultati”. Sarebbe contro ogni logica, scrivono le associazioni di categoria dei tassisti, “non essere costantemente alla ricerca di metodi e suggerimenti per rendere più appetibile e concorrenziale il nostro servizio. Quindi rispediamo al mittente le accuse di immobilismo e avidità ricevute negli ultimi giorni, ribadendo la volontà di un confronto, ma in un’ottica di rispetto reciproco”.
I tassisti ritengono “particolarmente irriguardoso”, da parte del Comune, “banalizzare” le loro “molteplici proposte, riducendo l’attenzione alla sola richiesta di un adeguamento tariffario”. “Siamo un servizio pubblico e degli artigiani che, come tutti, subiscono il peso dell’aumento del costo di mantenimento dell’attività e fatichiamo a capire l’atteggiamento di un’amministrazione comunale che non migliorando nessun servizio pubblico si è sentita libera di aumentare i prezzi ai cittadini”. Per essere più chiari, i sindacati dei tassisti ricordano che tra il 2018 e il 2023 il biglietto bus è passato da 1,30 a 1,50 euro, +15%, quello del People mover da 8,70 a 11 euro (+26%), il servizio sostitutivo bus quando il People mover non è operativo da sei a 11 euro (+83%) e il car sharing da 0,25 0,29 centesimi al minuto (+16%).
Di qui dunque la chiosa finale che dice che avverte come la vertenza sia tutt’altro che conclusa: “Siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale, come sempre avvenuto, ma non accetteremo nessuna forma di ricatto”.