lacnews24.it «Il racconto della Calabria, dovuta alle inadempienze delle passate gestioni, è una barriera allo sviluppo. Ma per fortuna questa Regione oggi ha un governo che non fa marchette e favori a nessuno». Così, Roberto Occhiuto ha risposto alla provocazione di Domenico Bevacqua, in un intervento a difesa del provvedimento che prevede il noleggio con conducente. Rivendicando la nuova narrazione della Calabria che il governo regionale sta cercando di dare al Paese, anche attraverso il turismo, Occhiuto ha chiuso il dibattito. A cui è seguita l’approvazione del provvedimento a maggioranza, per l’opposizione ferma delle minoranze.
Limite massimo di licenze: 200 autovetture
«Non ci può essere turismo se non c’è un servizio di mobilità sviluppato». Così Pasqualina Straface (FI) introduce il secondo punto all’ordine del giorno sull’Autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (Ncc). Un servizio necessario per la presidente della Commissione Sanità, fa notare come sia esiguo il numero delle licenze taxi e ancora meno quelle Ncc.
Con la proposta di legge, ferma restando la necessità di un intervento normativo organico nella materia, occorrente alla sistematica disciplina dei servizi di trasporto di cui si discute, che si prevede di adottare entro un anno, si dispone il rilascio in favore della società Ferrovie della Calabria S.r.l. di titoli autorizzatori non cedibili, validi sull’intero territorio regionale (pertanto rilasciati dal competente Dipartimento regionale, previa verifica del possesso dei requisiti di cui all’articolo 6 della legge n. 21/1992, per un numero massimo di autovetture pari a duecento, che appare proporzionato alle esigenze dell’utenza.
Straface sottolinea che non esiste alcun rischio di concorrenza sleale, intanto perché non esiste una disciplina regionale e poi per l’esistenza di un blocco nella normativa statale, che con due decreti impediscono il rilascio di autorizzazione del noleggio con conducente.
«Il limite massimo di licenze è relativo a 200 autovetture, su tutto il territorio regionale, ed è proporzionato alle esigenze dell’utenza. I titoli autorizzatori poi – dice ancora Straface – non sono cedibili». L’analisi offerta all’aula da Straface non ha però convinto Ernesto Alecci (Pd) che auspicava una relazione più puntuale basta su numeri precisi e si chiede se Ferrovie della Calabria ha la capacità di assumere nuovo personale.
Sulla stessa lunghezza d’onda Lo Schiavo che parla di «creatività normativa» e di fumosità della proposta, per l’ostacolo tecnico giuridico dovuto al fatto di bypassare i Comuni.
Amalia Bruni da parte sua sostiene che la proposta legislativa non è condivisibile, intanto per il fatto che la disciplina rientra nella competenza statale, soprattutto per via della concorrenza.
Occhiuto: «Il governo regionale non fa marchette e favori a nessuno»
Dopo il polemico intervento di Domenico Bevacqua che ha parlato di «marchette», è il presidente Roberto Occhiuto a concludere il dibattito. «Ho chiesto io di mettere mano ad una proposta che aprisse la strada ad un nuovo percorso normativo. Gli atti del governo regionale vanno nella direzione di affrontare i problemi e trovare soluzioni. Mi occupo del settore del turismo da qualche mese e stiamo ragionando su un brand da proporre a livello nazionale. Stiamo pensando anche ad iniziative di breve periodo, perché ho verificato, per esempio, che in tutto il Mezzogiorno non ci sono strutture vocate al turismo familiare. Questo perché dobbiamo cercare di aggredire target turistici che possono essere aggrediti nel breve periodo. Lo abbiamo fatto ragionando su quello che è il percepito dei turisti che vengono in Calabria. Abbiamo visto che in cima alle criticità si segnalavano due aspetti: la difficoltà di raggiungere la Calabria e poi la mobilità interna. Se non colleghiamo i diversi spot turistici è evidente che questa è una debolezza che incide sullo sviluppo turistico della regione. Questa normativa non ha una disciplina organica della Regione, che può decidere cosa e quanto delegare ai Comuni, ma c’è anche la difficoltà di superare il livello comunale, perché l’offerta è un’offerta regionale, e dobbiamo anche evitare storture del passato dovuti a comportamenti opportunistici di operatori privati a cui sono state rilasciate autorizzazioni anche da piccoli comuni».
«Non è detto che ciò che stabilisce questa proposta diventi un atto normativo. Abbiamo bisogno di diversi strumenti per risolvere i problemi. Il racconto della Calabria, dovuta alle inadempienze delle passate gestioni, è una barriera allo sviluppo. Ma per fortuna – ha concluso Occhiuto – questa Regione oggi ha un governo che non fa marchette e favori a nessuno».