Prendendo come punto di riferimento l’Hotel Viu e pertanto svoltando da via Bramante a via Fioravanti, ci si imbatte obbligatoriamente in un piccolo giardino pubblico intitolato a Miriam Makeba. Miriam Makeba è stata una cantante che, conosciuta con lo pseudonimo di Mama Africa, divenne famosa per il suo impegno contro l’apartheid e per essere stata delegata alle Nazioni Unite dove ha sempre svolto con grande impegno la sua lotta contro le diversità e la disciminazione.
Tutto molto bello e soprattutto tutto molto in linea con il pensiero di sinistra arcobaleno portata avanti dalla Giunta milanese già dai tempi dell’ex Sindaco Pisapia non fosse che…a poca distanza in linea d’aria dal giardino sopra citato, ci si trovi in viale Don Sturzo e a dover vivere un angolo di vergognoso degrado urbano e umano.
Infatti, ben visibile sotto il ponte che attraversa il viale con vista al bosco verticale e gli avveniristici grattacieli della esclusivissima zona di Porta Nuova, c’è una baraccopoli dove disperati e disagiati vivono in pianta stabile sotto coperture di plastica e di cartone immerse nella sporcizia di chi è costretto a patire tutto ciò.
Inammissibile che in un segmento di asfalto che sta a collegare il ricordo di un’icona della lotta alle ingiustizie e un quartiere fashion dove le case vengono vendute a 9.000,00 euro al mq, possa essere visibile una così palese ipocrisia che nessuna ostentazione fatta da una politica radical chic può nascondere agli occhi di chi quotidianamente non può esimersi dal vederlo.
Quanto scritto sopra sottolinea la contraddizione nel pensiero di chi è a governare le città, pensiero severo e spesso critico nei confronti della nostra categoria e se non indifferente davvero “lasco” nei confronti di degrado e sicurezza, argomenti prioritari per la cittadinanza e chi vive la strada come il tassista.
Forse, al posto dei buoni e ripetitivi propositi su 25 Aprile e 1 Maggio, ci sarebbero daorganizzare meglio le città in modo da poter essere più pulite e sicure e che lo spirito di chi come Miriam Makeba ha dedicato la vita alle disuguaglianze, possa davvero riposare in pace.
Davide Pinoli.