ilgazzettino.it Un’aggressione e un furto nel giro di 24 ore. Nel mirino un’altra categoria del trasporto (privato, in questo caso): i tassisti. «La situazione è sempre più grave – spiega il responsabile di categoria per la Cgia, Gabriele Stevanato – non ci sentiamo sicuri e tengo a precisare che a differenza di qualche anno fa, oggi, ci sono anche molte donne che fanno questo mestiere. Tra minacce, insulti e vere e proprie aggressioni fisiche ormai è diventato pericoloso fare il tassista».
Il primo episodio è avvenuto il 28 aprile. M.P., con il suo taxi, aveva accompagnato due giovani dal Mc Donald di Mestre alla Gazzera, in via Lussinpiccolo. «In realtà li avevo già accompagnati la sera precedente dall’ostello Anda a Spinea – continua – e mi erano sembrati anche nella prima occasione dei personaggi un po’ sospetti. Questa volta all’arrivo hanno chiesto di pagare con la carta, però non si ricordavano il Pin. Mi hanno chiesto se avevo il resto di 50 euro, ma quando ho estratto il portafogli con la cassa me l’hanno strappato e sono fuggiti. Ho provato a rincorrerli ma non c’è stato verso: se ne sono andati con i miei euro. Ovviamente li ho denunciati. Da quanto ho capito anche altri miei colleghi sono stati truffati da questi due, credo che usino carte di credito rubate, per quello non hanno il pin».
La sera dopo, verso le 22, la scena si sposta in piazzale Roma. Qui R.V. sta aspettando in corsia quando un giovane turista italiano gli bussa al finestrino.
«Ho abbassato il finestrino e mi ha urlato “vaffan…”. Allora sono sceso per capire cosa volesse. Non c’è stato nemmeno il tempo di aprire bocca, mi ha colpito con un calcio al collo e con un pugno, poi è scappato. Ho sporto denuncia: ci sono i filmati delle telecamere di piazzale Roma e dei miei colleghi che l’hanno ripreso. Mi auguro che lo fermino al più presto.
Stevanato punta il dito sui pericoli per la categoria. «I taxi hanno sempre lavorato in zone ritenute pericolose, ma finora eravamo sempre stati esclusi da certe dinamiche, come il famoso pianista del saloon a cui non si deve sparare».
Il quadro, però, negli anni è un po’ cambiato. «Capita – continua Stevanato – anche che certa gente prenda il taxi per trasportare la droga: forse così pensano di poter evitare i controlli. Poi ci sono le truffe con le carte di credito finte e soprattutto quelli che si fanno portare in posti bui e isolati e si rifiutano di pagare: a quel punto noi abbiamo poche opzioni. Non possiamo trattenere i passeggeri, non vogliamo nemmeno rischiare la vita per una corsa. Ma non è giusto che ci si debba rimettere per questi comportamenti minacciosi».
I punti peggiori? «La stazione di Mestre e piazzale Roma. Il secondo, in particolare, secondo noi non è abbastanza presidiato dalle forze dell’ordine. L’aggressore dell’altra sera era su di giri, stava spaventando i passanti da diverse ore. Possibile che non fosse possibile fermarlo prima che potesse fare del male a qualcuno?»