corrieredibologna.corriere.it La campagna No Pos portata avanti da Roberto Mantovani, per tutti Red Sox, ha raccolto il plauso e l’appoggio di politici e utenti dei social ma non si può dire lo stesso della sua categoria come era forse prevedibile. Il fastidio è evidente. In realtà il Robin Hood del tassametro non ha puntato il dito contro nessuno in particolare, ma tant’è.
Le critiche
Proprio questa diventa una delle critiche che gli vengono mosse: «Non si capisce quale sia il suo obiettivo — fa sapere Letizia Iorio di UriTaxi — non fa nomi, non fornisce circostanze precise». A livello sindacale si stanno valutando con attenzione le esternazioni del collega: «Ci stiamo informando, vogliamo capire se ci sono gli estremi per procedere con una causa, perché le sue parole stanno fomentando l’odio verso la categoria». Proprio nella giornata di ieri, attraverso il suo profilo twitter, Red Sox aveva accusato alcuni colleghi di aver fatto pressioni presso la cooperativa in cui lavora, per arrivare appunto ad una denuncia. Dal suo mondo, però, non arriva alcun tipo di solidarietà. Nemmeno dopo l’episodio denunciato dallo stesso Mantovani: «Il taglio delle gomme è sempre spiacevole — insiste Iorio — negli ultimi due anni mi hanno rotto il vetro due volte e pure bucato due gomme. Sono atti vandalici che succedono a chi fa il nostro lavoro».
Ma tanti utenti pagano in contanti
Il tema più delicato resta comunque quello dell’utilizzo del Pos a bordo delle vetture. Basta farsi un giro in stazione per capire che in realtà l’utenza non si lamenta più di tanto: «Io pago sempre in contanti», spiega una signora anziana mentre aspetta che la nipote passi a prenderla. «E chiedo di pagare con la carta — racconta Fabrizio, un professionista arrivato a Bologna da Milano — non ho mai avvertito resistenze. Poi magari non mi viene detto che il Pos c’è, quando salgo, ma se lo chiedo non ci sono problemi». Certo, a volte in qualche contesto non è sempre semplice utilizzarlo. Come ad esempio al Kiss&Ride della stazione: sistemato sotto il livello della strada, a volte crea problemi alle connessioni. Su questo fronte è particolarmente duro Mirko Bergonzoni, sindacalista di UilTrasporti che lavora in Cotabo, la stessa cooperativa di Mantovani: «Ci sono stati investimenti significativi a livello tecnologico da parte dell’azienda, tra questi ci è stato anche messo a disposizione il Pos e le transazioni avvengono regolarmente. Non capisco quali siano le obiezioni, le norme vengono rispettate».
Da Cotabo non arrivano reazioni ufficiali
«Se Mantovani ravvisasse alcune irregolarità da parte di colleghi, ci sarebbero le strutture a cui segnalarle», gli fa eco ancora Iorio. Gli stessi sindacalisti rimproverano a Red Sox di non essersi mai rivolto a loro per chiedere chiarimenti o aiuto: «Non lo abbiamo mai visto alle assemblee sindacali e questo dispiace perché se ci sono problemi è in quelle sedi che se ne parla», raccontano. Da Cotabo non ci sono reazioni, ma il progetto trasparenza lanciato dal tassista bolognese desta perplessità: «Qualcosa forse a livello di inclusività nella categoria con lui non ha funzionato — conclude Bergonzoni — ma è tutta la sua condotta che ci lascia di stucco: prima le accuse di omofobia, razzismo e altro. E ora anche questo. Questa istigazione all’odio verso la nostra categoria ci sta facendo fare delle valutazioni».