roma.repubblica.it Atterrata a Fiumicino, voleva soltanto arrivare in hotel. Invece, come racconta il Messaggero, è stata stuprata da un “tassista” abusivo durante il tragitto verso l’albergo. Ora l’uomo, un 59enne, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per violenza sessuale. La storia risale allo scorso luglio e per protagonista, suo malgrado, ha una turista appena sbarcata a Roma. Una volta uscita dal terminal dell’aeroporto Leonardo da Vinci viene avvicinata da un uomo. Si presenta come un conducente Über e la fa salire a bordo: 50 euro, destinazione The Carpegna Palace.
Ma il viaggio destinazione Aurelia si rivelerà un incubo. L’uomo, infatti, con l’auto in corsa e la passeggera seduta al suo fianco allunga subito una mano sulla coscia. La palpeggia “sul seno e sui fianchi” e la costringe a un atto sessuale tenendole “con forza la mano” sulle proprie parti intime.
L’uomo, secondo il giudice, ha approfittato “delle circostanze di tempo, luogo e di persona”. Ha fatto quel che voleva con una donna spaesata, prigioniera della sua auto. La vittima, però, è ancora lucida: riesce a scattare una foto con le mani del suo violentatore addosso, spedendola subito a un amico: “Orribile”.
A quel punto, dopo aver addirittura pagato la corsa, la donna incastra il “tassista” abusivo: le fa credere che ci sia la possibilità di un nuovo incontro, gli chiede il numero di cellulare per un’eventuale nuova corsa. Un’informazione che, però, serve solo a formalizzare una dettagliatissima denuncia alla polizia.
Le immagini di sorveglianza dell’hotel, la borsa ancora sporca e le foto della turista saranno determinanti: ora l’uomo è ai domiciliari, con il braccialetto elettronico. Una punizione che non gli ha impedito di dire la sua in aula: “Era una donna di facili costumi, mezza svestita. Al telefono parlava, per me aveva una relazione extraconiugale”. Considerazioni che non sono bastate a evitare la condanna.