Con mezza città chiusa per i concerti e l’altra metà bloccata per i lavori stradali, per l’ennesima volta, nei titoli di molti giornali e telegiornali si palesa una ingiustificata colpa del servizio taxi milanese. Ci sarebbe da ridere (per non piangere) perché si continua a sparare bordate contro una categoria che è innanzitutto ostaggio di un’assurda rete di “ciclabili” che causano il restringimento di importantissime strade trafficate, e allo stesso tempo è vittima di cantieri che oggi bloccano via Ceresio, via Colleoni, viale Suzzani, via Carducci, Piazza Velasca.
A tutto ciò ci sono da aggiungere i lavori altrettanto infiniti della M4, alcuni posteggi taxi storici e fondamentali come Monforte/Babila e ospedale di Niguarda cancellati “d’emblèe”, dall’oggi al domani senza capire il perché. Fosse bastato questo a far comprendere la paralisi delle auto bianche nel traffico che ecco arrivare anche quei concerti da decine di migliaia di spettatori a sera (Tiziano Ferro, Coldplay, Fedez, e compagnia cantante) per i quali la metropolitana non allunga mai il servizio con conseguente “transumanza” di persone che sono costrette a percorrere le vie della città in cerca di quel taxi che unico e senza colpe svolge il suo servizio pubblico nella notte.
Ma può ritenersi europea una città che si piange addosso cercando nei tassisti un capro espiatorio alle sue tante, troppe mancanze? Ma come si fa a voler far diventare un problema ciò che riguarda forse il 20% della cittadinanza, quando la cittadinanza tutta ha problemi ben più gravi quali la sicurezza, tram e autobus insufficienti e anche loro bloccati in lunghe code di traffico, metropolitane che a differenza di ciò che avviene nelle maggiori città del mondo chiudono la notte (e nonostante ciò si parla di un nuovo rincaro del biglietto ATM) e ancora, quartieri fatiscenti tipo piazza Selinunte, Ponte Lambro oppure Quarto Oggiaro dove se hai un incidente stradale di notte devi aspettare ore l’arrivo della Polizia Municipale?
Da parte dei tassisti milanesi non è mai venuta meno la disponibilità alla trattativa a patto di non dover difendere la propria dignità lavorativa dalle accuse di chi non riesce a comprendere che l’arrivo di notte di un aereo, o di un Freccia Rossa e, ancora, il pubblico dei 70mila reduce da un concerto di Vasco Rossi non possono essere una colpa per chi da solo non può sopperire alle mancanze di chi avrebbe invece il dovere di provvedere.