AgenPress. Si aggrava l’emergenza taxi nelle principali città italiane, con le auto bianche sempre più introvabili e immensi disagi non solo per gli utenti, ma anche per i turisti, costretti a sopportare ore di fila alle stazioni e nei punti nevralgici a causa della scarsità di vetture in servizio.
Una situazione di allarme che porta oggi il Codacons a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, chiedendo di indagare non solo per il reato di interruzione di pubblico servizio, ma anche per la possibile fattispecie di associazione a delinquere.
“Le speranze riposte dalle amministrazioni comunali di Roma e Milano nel sistema della “doppia guida” si sono schiantate contro l’ostruzionismo dei tassisti, che in pochissimi hanno aderito alla misura volta ad aumentare il numero di taxi in circolazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – Un fallimento annunciato, considerato che il provvedimento non è mai apparso in grado di risolvere le gravi criticità sul fronte del trasporto pubblico non di linea nelle città a forte vocazione turistica, ed è stato da subito osteggiato dalla categoria dei tassisti, che però vogliono mantenere il caos attuale opponendosi anche all’indispensabile aumento delle licenze”.
A pagare le spese di tale situazione sono gli utenti, impossibilitati a fruire di un servizio pubblico obbligatorio per legge, e i turisti stranieri, che ricevono una immagine desolante dell’Italia.
Per tali motivi il Codacons, considerato l’aggravarsi dell’emergenza taxi, ha deciso di presentare un esposto alla magistratura capitolina, chiedendo di aprire una indagine alla luce della possibile fattispecie di interruzione di pubblico servizio, e di accertare se il comportamento dei tassisti e delle sigle sindacali di totale chiusura verso l’aumento delle licenze e del numero di taxi in circolazione, nonché le mancate adesioni al sistema della “doppia guida” e l’eccessiva concentrazione di taxi solo presso gli aeroporti, come nel caso di Fiumicino dove ci sarebbe un mercato delle corse con tariffe altissime imposte ai turisti in piena violazione delle disposizioni vigenti, possano costituire eventuali reati, compreso quello di associazione a delinquere.