Trento, violenza sui taxi: «Rapine con coltelli e sassi sui vetri: dopo 20 anni non faccio più turni di notte»

corrieredeltrentino.corriere.it «Quando ho deciso di non fare più il turno di notte? È stato con la notte bianca alle ultime Feste Vigiliane: c’era la stazione dei treni piena di gente e non potevamo andare a caricare i clienti perché c’era il caos totale con giovani ubriachi, fuori controllo, che si prendevano a botte senza fare la fila e famiglie che non potevano prendere il taxi “ricattate” dalla paura di questa gente, un degrado da periferia di Caracas. Lì ho detto basta, ho visto una situazione alla deriva». Ed è così che Alessandro Lavecchia, trentino di 45 anni, 23 impegnati a fare il tassista, dopo vent’anni di turni di notte ha gettato la spugna.

Non solo per il caso Vigiliane, ma per una serie di eventi a rischio, «uno alla settimana», che lo hanno portato a cambiare e a denunciare una situazione «ormai fuori controllo» della stazione dei treni di Trento, popolata dai tassisti, «non tutelati», ma anche da utenti e viaggiatori in balia (soprattutto) di bande di giovani fuori controllo. Oltre che da sbandati e spacciatori. E sulla sassata di venerdì notte al vetro del taxi del collega: «Lui era dentro, se il sasso l’avessero scagliato sul parabrezza l’avrebbero colpito e chissà come sarebbe andata».

Dunque ha smesso il turno di notte, Alessandro?
«Sì, dopo vent’anni ho detto basta, troppo pericoloso. Ne capitano ormai sempre di più di situazioni a rischio negli ultimi anni: un collega è stato rapinato con il coltello, un altro il tassista è stato preso a pugni in faccia due settimane fa da un ragazzino, un altro ancora preso a sberle sempre da un giovane, e poi venerdì notte il sasso contro il vetro del taxi: una situazione sottovalutata perché lui era dentro, leggeva dei fogli sul sedile e quello che ha scagliato il sasso lo sapeva. Siamo in una situazione ormai fuori controllo alla stazione con gente ubriaca, violenta, drogati, specie quando la stazione chiude i battenti a mezzanotte. Un degrado inarrestabile».

Com’è il turno di notte?
«Si comincia alle 20, solitamente dalla postazione della stazione dei treni o dall’ospedale Santa Chiara, dipende, e si finisce alle 5 del mattino. Oltre a quelli , ci sono altri posteggi alternativi, che siamo costretti a scegliere, quando la stazione è popolata da persone problematiche o violente, quindi ci spostiamo in piazza Duomo o davanti al Grand Hotel Trento, con il problema che la gente che arriva alla stazione non trova alcun taxi, e lì si crea il disservizio purtroppo, poi ci chiama e la recuperiamo o ci raggiunge ma non va bene, così siamo alla mercé degli sbandati. È vero che c’è una situazione complicata, a causa della carenza di uomini nelle forze dell’ordine, che fanno il possibile con i mezzi che hanno e quando serve sono subito sul posto, ma bisognerebbe fare molto di più, così non siamo tutelati, anzi, spesso sembra addirittura che creiamo noi i problemi. La stazione così è abbandonata dall’amministrazione e dal questore. Ed è un problema che si estende fino alla stazione delle corriere e poi per via Pozzo, fino alla Portela, tutto l’anello, punto nevralgico per spaccio e degrado, ma ingresso alla città».

Quali sono stati i problemi maggiori di notte?
«Sono molte le situazioni violente, di gente drogata o ubriaca, la gente comune forse non lo sa perché non vive la notte ma gli episodi sono stati tanti: dalle scarpate alla portiera, alle minacce verbali e non solo, che ti devi chiudere dentro con il cliente che prova a forzare la portiera e scappi via. Oppure l’auto presa a bottigliate o gente che urina o vomita appositamente dentro l’auto…».

Un inferno.
«La città non è più quella di qualche anno fa. E anche la situazione alla stazione ferroviaria. I treni arrivano fino a mezzanotte e i viaggiatori si trovano magari tra risse, persone ubriache, gente che gravita attorno allo spaccio. Per questo servono telecamere per registrare quello che succede e più controlli da parte delle forze dell’ordine. Se non riescono a tutelarci, dovremo a quel punto, farlo noi».

Come?
«Stiamo pensando a degli steward che possano gestire la fila dei passeggeri che arrivano in città ma che possano anche tutelare la sicurezza delle persone che sostano in stazione, in attesa di essere prelevate o di prendere il treno, in piena notte. Sa cosa chiedono i turisti che arrivano? Perché in una città così bella c’è una stazione così disastrata? Noi restiamo muti»