lastampa.it Una nuova proposta per aggredire la questione dell’emergenza taxi. Tema su cui il ministro dei Trasporti Salvini si muove coi piedi di piombo, posto che la soluzione alla carenza di auto pubbliche non può che passare attraverso l’aumento delle licenze per poter mettere più auto bianche sulle strade. Cosa che i sindaci di Roma e Milano, dove i disagi agli utenti nelle ultime settimane si sono fatti più forti, hanno già chiesto. In linea di massima si ragiona sulle doppie guide (soluzione già introdotta senza grande successo a Roma) e su possibili indennizzi o contributi a favore dei tassisti, ma nulla di più.
Il settore andrebbe liberalizzato, ma per i soliti interessi elettorali, il governo non è in grado di prendere il toro per le corna. Tanto meno Salvini che anche durante il governo Draghi ha fatto le barricate contro ogni tentativo di «scongelare» il settore, parteggiando per la categoria sempre molto battagliera dei tassisti a scapito della ben più numerosa utenza.
«Le esigenze oggi sono due – spiega Luigi Marattin, capogruppo di Azione Italia Viva in commissione bilancio alla Camera -. La prima è aumentare le licenze, la seconda compensare un po’ i tassisti che hanno comprato le licenze sul mercato secondario». Per questo, assieme ai colleghi De Monte e Pastorella, rispettivamente capigruppo Azione/Italia Viva nelle commissioni Politiche dell’Unione europea e Traporti , Marattin ha presentato un progetto di legge che cerca di tenere in equilibrio le esigenze contrapposte utenti/tassisti.
«Il modo per conseguire entrambi gli obiettivi senza pesare sulle casse pubbliche è semplice – spiega Marattin – : ad ogni titolare di licenza, si regala una licenza addizionale. Che non può essere usata ma solo ceduta su una piattaforma elettronica gestita dall’Autorità dei trasporti, a fronte di un corrispettivo deciso dal mercato». In questo modo, aggiunge, «un tassista incassa un upfront subito, a compensazione del fatto che i ricavi futuri diminuiranno (forse) per la maggior concorrenza». Marattin, oltre a lanciare questa idea del «due per uno», solleva poi anche una questione politica: «Ci sono alcuni problemi dei cittadini che “destra” e “sinistra” non possono o non sanno risolvere. Quindi serve uno schieramento liberal-democratico. E la maggior parte di questi problemi sono quelli che implicano maggior mercato e maggior concorrenza».