ilmessaggero.it Arriva la svolta sui taxi e gli Ncc. Ci saranno da subito più auto in circolazione ma saranno offerte anche garanzie precise agli operatori del settore per tutelare il valore delle attuali licenze. Si tratta di una riforma complessiva e strutturale per tutto il territorio nazionale che passerà, una volta raggiunta l’intesa, da un provvedimento di urgenza. Il nuovo piano fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sarà al centro oggi del tavolo sui taxi convocato insieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Lo spirito del nuovo meccanismo che regolerà il settore è quello di assicurare un servizio di qualità ai consumatori, in particolare ai turisti, che rappresentano una miniera d’oro per la nostra economia. Ma senza danneggiare il comparto. Le istanze dei tassisti convocati oggi al Mimit saranno considerate a dovere.
Del resto era stato lo stesso Salvini ad annunciare due settimane fa l’intenzione di mettere nero su bianco «una riforma complessiva, attesa da anni per avere più auto in strada da subito».
LE LICENZE
Il leader della Lega punta a migliorare i servizi anche in vista dei futuri appuntamenti già fissati o potenziali, per Roma il Giubileo ed Expo 2030, per Milano le Olimpiadi. Sono ancora molti infatti i disagi segnalati in questi giorni nelle grandi città: troppo lunghe le attese e interminabili le file per salire su un’auto bianca. Il piano a cui ha lavorato in prima linea il Mit a ritmo serrato nelle ultime due settimane parte dal numero delle licenze in circolazione. Ma l’obiettivo è quello di assicurare un servizio adeguato con nuove regole nazionali. Includendo nel pacchetto incentivi per il rinnovo del parco auto.
Stando alle cifre più recenti attualmente Roma, per esempio, è dotata di quasi 7.800 licenze taxi e l’ultimo bando risale al 2006, all’epoca del sindaco Walter Veltroni.
GLI STRUMENTI
Del resto lo stesso sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, aveva ammesso di avere al vaglio una serie di strumenti per mettere una toppa ai disagi emersi prepotentemente in piena estate. Il primo cittadino ha ipotizzato di puntare sulla doppia guida, ovvero sulla possibilità di nominare un altro conducente svolgendo così un secondo turno e permettendo alla stessa vettura di effettuare il servizio fino a 20 ore giornaliere.
Un altro punto su cui nei giorni scorsi si è soffermato il primo cittadino di Roma è quello delle tariffe minime: «I problemi»; ha spiegato, «ci sono sulle corse brevi perché le tariffe minime sono troppo basse, parliamo di tre euro. Quindi una corsa da Termini a via Cavour può risultare poco attrattiva in generale, ma questo problema si può risolvere senza aumentare le tariffe in generale».
Il nodo delle tariffe minime e della mobilità delle auto in strada è considerato dai tassisti uno dei capitoli cruciali per una riforma accettabile. «L’offerta si migliora anche regolamentando le piattaforme digitali», ha spiegato nei giorni scorsi Nicola Di Giacobbe, Unica Filt Cgil. Ma anche «realizzando il Registro Elettronico Nazionale degli operatori, intervenendo sul sistema del trasporto pubblico locale e adeguando le tariffe ferme da anni».
LE REGOLE
In Italia la legge che regola l’attività dei taxi risale al 1992 e stabilisce le condizioni per il rilascio delle licenze da parte dei Comuni sulla base di regolamenti regionali (articolo 8) e prevede la possibilità per i titolari di vendere queste licenze ad altri (articolo 9). Nascono da questi due articoli le criticità del settore. Le amministrazioni locali non rilasciano nuove licenze (anche per via degli stop regionali), e dunque la possibilità dei tassisti di vendere il proprio permesso ha generato un mercato interno con prezzi stellari che ha spinto le licenze nelle principali città italiane al costo di centinaia di migliaia di euro. A questo si aggiunge la scarsa trasparenza del sistema visto che gli ultimi dati sul numero complessivo delle licenze dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), l’ente che si occupa di gestire il trasporto pubblico, risalgono al 2018. Secondo questi dati le licenze taxi attive al 31 dicembre 2018 erano circa 20 mila, di cui 7.703 a Roma (2,7 taxi ogni mille abitanti) e 4.852 a Milano (3,4 taxi ogni mille abitanti). Nonostante l’aumento del turismo le licenze attive sono ferme, anzi in qualche caso sono diminuite tra il 2008 e il 2018.