“Dobbiamo purtroppo constatare che a poche ore dalla presentazione in Consiglio dei Ministri di una misura d’urgenza relativa al settore taxi, programmato per il prossimo lunedì, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria non hanno ancora ricevuto alcun testo ufficiale, su cui avviare delle riflessioni e avanzare possibili proposte“.
È quanto dichiarano in una nota Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Unimpresa, Sitan/Atn, Fast Confsal taxi, Uti, Tam, ATI Taxi, ACAI Taxi, Satam, CLAAI, USB Taxi, OR.S.A. taxi e Uritaxi.
“Non abbiamo condiviso fin dall’inizio l’approccio utilizzato per affrontare il problema di una carenza di offerta del servizio che a nostro avviso non è di natura strutturale, ma dettato prevalentemente da un rimbalzo di presenze turistiche post Covid, che già tende ad affievolirsi, ed ora non comprendiamo perché nonostante le rassicurazioni fornite negli incontri già svolti, non sia arrivato alle rappresentanze sindacale alcun tipo di documento“, spiegano.
“Circola tuttavia – prosegue la nota – su diversi giornali e vari social media un testo informale, i cui contenuti in alcuni punti, a nostro avviso non risultano condivisibili”. “Mancherebbe inoltre qualsiasi riferimento al Dpcm di regolamentazione delle piattaforme tecnologiche e ai decreti attuativi attesi oramai da più di quattro anni ed indispensabili per arrivare ad una reale riforma strutturale del settore“, fanno presente le sigle sindacali.
“Se così fosse, sarebbe necessario che il confronto auspicato dallo stesso governo, non fosse di facciata, ma concreto e realizzabile prima della conclusione dell’iter legislativo. Diversamente, come sindacati di rappresentanza saremmo necessariamente costretti a ricorrere a tutte le forme rivendicative costituzionalmente previste a tutela dei legittimi interessi degli operatori del comparto“, concludono.