repubblica.it Pronti allo sciopero e a bloccare le città. I tassisti sul piede di guerra. Quello guidato dalla Meloni doveva essere un governo “amico” degli autisti delle auto bianche, invece la categoria, da sempre refrattaria a rendere più flessibile e liberalizzato il settore, si sente pugnalata alle spalle. E il trattamento, da parte dei tassisti, sarà lo stesso riservato al governo Draghi: auto in strada e servizi sospesi nelle grande città, da Roma a Milano, passando per Bologna, Firenze, Torino, Palermo. Devono solo decidere se bloccare tutto ora, nel pieno di agosto, quando la gente è in ferie e le città sono mezze vuote, oppure se aspettare settembre, quando riprenderà l’attività e il decreto ominubus, che sta per uscire da Palazzo Chigi, verrà convertito.
La riunione tecnica al ministero delle Imprese e del Made in Italy non è servita a nulla. La bozza di decreto che prevede la possibilità di concedere altre licenze, ma solo già chi è giò intestatario di un’autorizzazione, non piace ai tassisti. “Ci viene imposto di fatto il
cumulo delle licenze per i tassisti e ce lo pongono come un regalo. Non vogliamo regali. Per noi è un cavallo di Troia e siamo contrari”, dice Federtaxi Cisal per bocca del presidente provinciale di Roma, Carlo Di Alessandro. “Questo – spiega – innesca meccanismi di speculazione che non intendiamo avallare. Se vogliono darci delle compensazioni ci diano l’Iva agevolata per l’acquisto delle vetture, il credito d’imposta per l’acquisto del carburante, il riconoscimento delle malattie professionali e del lavoro usurante”.
Rincara la dose anche Unica Cgil: “Questo decreto così fatto non deve essere convertito in legge”, dicono. E aggiungono: “Sciopero generale e mobilitazione sarà la nostra risposta”. Il governo di destra è riuscito a ricompattare tutte le sigle, dalla Cgil alla Ugl: “Un tassista in Italia può avere una licenza. Se passa il concetto che può averne due o più non va bene. Noi lo vediamo come un cavallo di Troia”, dice il responsabile nazionale dell’Ugl Taxi, Alessandro Genovese. E aggiunge “attenderemo il testo che uscirà dal Consiglio dei ministri per fare le nostre valutazioni. Gli strumenti per migliorare l’offerta ci sono già e sono in mano ai sindaci. Il cumolo delle licenze forse piace tanto ai politici che indicano il modello americano che sfrutta poveri lavoratori a beneficio delle multinazionali”, sottolinea Genovese. Il problema per gli autisti delle auto bianche è che il cumulo delle licenze non sia la strada per aprire alle multinazionali, leggi Uber e non solo, per rastrellare autorizzazioni e inserirsi in maniera pesante nel mercato.