lastampa.it In una città dove circolano 1.520 auto bianche – lo stesso numero di quando i residenti erano più di un milione e 160mila – non c’è bisogno di nuove licenze, nonostante il governo abbia concesso di aumentarle del 20%. Piuttosto servono più taxi nelle serate della movida. Ragione per la quale il Comune e le cooperative stanno ragionando insieme su come mettere in strada almeno cento mezzi in più ogni sabato a partire dal prossimo settembre. L’idea è quella di concedere ai conducenti il bonus di poter lavorare un giorno in più alla settimana ma solo il sabato e solo nella fascia tra le sette di sera e le sette del mattino successivo. Un escamotage che fa leva sul sistema di turnazione dei riposi che porterebbe a 400 le vetture in servizio nel momento di maggior richiesta della settimana rispetto alle attuali 250-300.
«Ma a parte alcune difficoltà nei weekend – garantisce Roberto Sulpizi, presidente di Radio Taxi, la cooperativa che da sola rappresenta il 93% delle auto bianche – la nostra categoria è sempre riuscita a soddisfare la clientela, anche in giornate particolari come quella dello scorso 19 luglio, quando allo stadio Olimpico suonavano I pinguini tattici nucleari in concomitanza con lo sciopero dei mezzi pubblici. I nostri associati hanno poi elaborato un servizio extra per gestire al meglio il flusso all’uscita dei locali della movida o in concomitanza di eventi come il Salone del Libro, le partite di calcio, le Atp, i concerti o gli spettacoli del Regio».
Un servizio di qualità – confermato anche dal raffronto degli indicatori con le altre principali città italiane – che insieme alla composizione del “palinsesto” degli appuntamenti torinesi e al numero di licenze attualmente attive ha convinto il Comune a declinare l’offerta del governo di aumentarle fino al 20%. «Torino non è Milano né Roma – ha ricordato a proposito il sindaco Stefano Lo Russo – e la nostra è una situazione sotto controllo e che va in crisi solo quando è comprensibile che ciò accada, appunto in concomitanza dei grandi eventi».
Considerazioni condivise anche dal suo assessore al Commercio Paolo Chiavarino, che sovrintende alla Commissione Taxi del Comune. «Con la categoria abbiamo una grande sinergia e una sintonia massima – assicura – e abbiamo concordato che il numero delle auto bianche sia congruo rispetto alle esigenze di una città che dimostra di avere delle tendenze di richiesta molto regolari». Del resto l’ultima licenza fu concessa nel 1976, quando Torino era molto diversa per popolazione e vocazione. «E in base ai calcoli fatti dalla nostra cooperativa nel 2001 su parametri stringenti ma oggettivi – ricorda a proposito il presidente Sulpizi – sono almeno 260 le autorizzazioni in più rispetto al reale fabbisogno di una metropoli che oggi ha poco più di 850mila abitanti»