Bari, parlano i tassisti: «I turisti sono in calo, non è come il 2022»

lagazzettadelmezzogiorno.it La flessione nei volumi turistici c’è. Non ci saranno ancora numeri certi, ma la voce di tutti gli operatori è abbastanza concorde: quest’anno non è stato come il 2022. E l’ulteriore conferma viene anche da chi ha un osservatorio privilegiato: i tassisti. «Chi parla di un meno 20% credo dica il vero – sottolinea Alessandro Di Bari presidente della coop Bari taxi -, lo abbiamo riscontrato a luglio, lo possiamo confermare per agosto. Lo avvalorano i gestori di B&b specie della città vecchia che non hanno avuto il pienone dello scorso anno: non c’è stata la stesa mole di lavoro. Anzi luglio è stato un mese piuttosto tranquillo, si animava con gli arrivi e le partenze solo nei fine settimana. La controprova che Bari è una sede solo logistica per i turisti e per brevi soste».

Eppure c’è chi lamenta che il servizio taxi in città sia carente. Potrebbe esserci un vantaggio ad avviare la possibilità del taxi sharing, di una auto a doppia guida?
«Al momento su Bari operano 150 mezzi che sono più che sufficienti per la “normale amministrazione”, il problema si può creare durante i picchi di richieste, in concomitanza con gli eventi, o in giornate di arrivi e partenze concentrate. La possibilità di usare una stessa auto con due autisti potrebbe sì risolvere i problemi, ma l’ipotesi prevista nel decreto Bersani qui a Bari al momento non si può fare. Il regolamento comunale non lo prevede e andrebbe cambiato. Servirebbe, sì, ma ci sono dei problemi strutturali generali che andrebbero rivisti».

Problemi di che genere?
«Di congestione del traffico. Faccio un esempio concreto: a fine luglio c’è stato il concerto allo stadio dei Pinguini tattici nucleari. Credo per una errata comunicazione, molti ragazzi sono arrivati in stazione convinti di trovare i bus navetta per lo stadio. Un servizio inesistente. Si sono quindi fiondati sui taxi, centinaia di ragazzi che volevano arrivare in tempo, ma il traffico cittadino non ci permette corsie privilegiate o strade libere. Arrivati a Santa Fara abbiamo consigliato loro di scendere e farsi a piedi strada Torre Tresca, ci avrebbero messo meno tempo perché il traffico era bloccato. Come conseguenza di questa “emergenza”, con tantissime auto impegnate per la tratta del concerto, se ci fosse stata qualche altra chiamata ci sarebbe stato un grosso problema a rispettare dei tempi di attesa normali. Ecco che poi basta qualcuno che si lamenta e tutti danno addosso ai taxi. Non è giusto e soprattutto non è vero. Il problema è di ingorghi che penalizzano noi, il servizio di trasporto pubblico, persino i mezzi di soccorso».

E quindi come se ne esce?
«Il problema non riguarda solo Bari, ma tutte le grandi città italiane. Sono reduce da un incontro la settimana scorsa a Roma con altri rappresentanti di categoria e le lamentele erano molto simili. Per Bari si deve lavorare insieme e trovare una soluzione condivisa. Altrimenti rischiamo di perdere credibilità turistica. La doppia guida può essere una risposta, ma serve anche altro. Bari piace, ma i flussi turistici vanno saputi gestire, così come la viabilità, altrimenti si può anche contare su mille auto, ma non garantire comunque il servizio».

C’è chi si lamenta perché non trova taxi nelle ore serali o per brevi corse.
«I turni notturni sono sempre coperti, però può succedere che un momento contingente (come è stato per il concerto) rendano indisponibile l’invio di un’auto. Siamo aperti anche a far crescere il numero di licenze, magari del 20%, se questo può venire incontro alle necessità. Ripeto, le criticità ci sono ma non è giusto puntare il dito su un’unica categoria».