tgcom24.mediaset.it L’emergenza taxi che ha caratterizzato Roma durante l’evento mondiale della Ryder Cup ha riacceso l’annoso problema delle licenze. Ad accendere la miccia è stato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha attaccato: “Purtroppo il decreto è stato fatto male ed è inutilizzabile, se usassimo questa procedura nuova perderemmo tutti i soldi che vanno ai Comuni per la gestione amministrativa delle licenze. Ci hanno tenuto fermi due mesi per fare delle norme che non servono a niente”. Replica immediata dei ministri Urso e Salvini: “Non accampi scuse, ora i sindaci possono intervenire, lo faccia”.
Gualtieri: “Governo ci ha tenuti fermi per mesi”
“Nel 2023 – ha spiegato Gualtieri rispondendo al perché ci siano poche auto bianche in città – c’è stato un boom di turisti, mentre il numero di taxi è rimasto uguale. Tutti noi sindaci ci siamo attivati per aumentare le licenze. Abbiamo chiesto aiuto al governo, e il governo ci ha detto ‘vi aiutiamo noi’, perché c’è una procedura complessa per le licenze”. “Noi allora – continua Gualtieri – abbiamo avviato uno studio sul fabbisogno di licenze. Il governo a un certo punto ci ha detto ‘fermi tutti, facciamo un decreto per aiutarvi ad avere più licenze e per fare prima’. Noi abbiamo detto ‘benissimo’”. Ma alla fine, ha detto ancora Gualtieri, il decreto, per via della necessità di porre la fiducia e con la bocciatura degli emendamenti “che potevano essere utili”, si è rivelato a suo dire “inutilizzabile”.
Gualtieri: “Da venerdì iter per nuove licenze”
E mentre le polemiche scoppiano lo stesso sindaco di Roma annunciava il via libera all’inter tecnico per l’aumento delle licenze dei taxi (ma senza usare il decreto messo a punto dal governo). “Il giorno dopo la bocciatura degli emendamenti al decreto che potevano essere utili per i Comuni – ha spiegato – ho convocato per venerdì il tavolo sindacale che è il primo step per aumentare le licenze. Venerdì si avvia formalmente il percorso per aumentare le licenze. C’eravamo fermati per via delle norme nuove attese dal governo, che però non si possono usare. Ci vorranno dei mesi, ma abbiamo deciso di farlo e lo faremo”.
Urso: “Gualtieri non accampi scuse, quando era ministro non ha fatto nulla”
A stretto giro arriva la risposta del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “La responsabilità dell’emergenza taxi a Roma è solo di Gualtieri, aggravata dallo stato disastroso dei servizi”. “Sui taxi – dice il ministro – Gualtieri non accampi scuse: se avesse voluto utilizzare la normativa in vigore avrebbe potuto farlo nei due anni trascorsi da quando si è insediato al Campidoglio, mentre la situazione degenerava. Se avesse voluto migliorarla avrebbe potuto farlo da ministro dell’Economia nel governo delle sinistre, due anni prima. Ha avuto quattro anni per agire, da sindaco e da ministro, ma non ha fatto nulla”.
Urso: “Con la nostra legge può agire in 15 giorni”
“Se il sindaco volesse davvero risolvere questa emergenza, – dice ancora Urso – potrebbe farlo in appena 15 giorni, utilizzando il nuovo strumento legislativo che consente di indire concorsi straordinari per aumentare fino al 20% le licenze esistenti, vale a dire oltre 1.500 nuovi taxi per la Capitale. Da subito, senza alcun vincolo. La nuova normativa prevede inoltre che i taxi siano anche ecologicamente sostenibili, grazie al doppio incentivo messo in campo dal Governo per l’acquisto di veicoli a basso livello di emissioni destinati al servizio”.
“Ricordo inoltre al sindaco Gualtieri – prosegue Urso – che il nostro provvedimento consente di utilizzare, finalmente, la seconda guida, strumento che sino a oggi era di fatto impraticabile. Ora i titolari di licenza potranno attivarla in tempi rapidi, essendo stato eliminato ogni ostacolo burocratico, e senza più correre il rischio di cause di lavoro. Viene infatti chiarita la natura del rapporto di lavoro di carattere autonomo, lacuna che in passato ne aveva limitato l’applicazione. Con le regole precedenti solo l’1% dei titolari aveva chiesto la doppia guida, ora tutti potranno ottenerla in pochi giorni. Il sindaco può anche, ove lo ritenga, in vista del Giubileo e dei grandi eventi che ci auguriamo caratterizzeranno la Capitale, utilizzare lo strumento che consente di rilasciare licenze aggiuntive e temporanee a chi è già titolare di licenza taxi, per una durata fino a due anni. Questo governo ha fatto in poche settimane quel che gli italiani attendavano da anni. Ora lui non perda tempo!”
Salvini: “Spetta ai sindaci aumentare licenze, non ci sono più scuse”
“Nessun comune ha ancora pubblicato i bandi per le licenze incrementali dei taxi, abbiamo dato la possibilità ai comuni di aumentare fino al 20% le licenze. A questo punto spetta ai sindaci, attendo di capire” cosa voglia fare “il sindaco di Roma, visto che qui c’è una evidente carenza di mezzi pubblici in servizio. Non ci sono più scuse”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time alla Camera. “I sindaci che ritengono che le loro città abbiano bisogno di più taxi possono emettere il bando, i sindaci che non lo faranno vuol dire che sono contenti del servizio che mettono a disposizione dei loro cittadini”, ha concluso il ministro.
Sala: “E’ cambiata la legge? Non mi risulta, ma se è così agiremo”
Dopo la risposta del ministro dei Trasporti Matteo Salvini è arrivato l’intervento del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Il primo cittadino milanese ha annunciato che “se la legge è cambiata, agirà”. “Al di là delle dichiarazioni del ministro Matteo Salvini, io non ho ancora visto un decreto legge che vada in quella direzione, e va bene. Ma quello che abbiamo pensato sino a stamattina – ha detto – è che dobbiamo attendere l’autorizzazione della Regione”.
“Non è più così perché la legge è cambiata? Io francamente non lo so. Se sarà così bene, noi agiremo. Io ho detto che abbiamo bisogno di più taxi – ha aggiunto -, se siamo noi nella possibilità cercheremo senz’altro di farlo. Se la legge è cambiata ben venga, ma noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale”. Del tema della carenza di taxi a Milano la settimana scorsa “avevo parlato anche con Salvini e con il ministro Adolfo Urso. Capivo che stavano andando in questa direzione ma finché non vediamo sulla carta la cosa non possiamo muoverci – ha concluso -. Se questa è la decisione noi agiremo”.