Taxi e la black list dei furbetti: nella chat Telegram l’identikit di chi non paga la corsa

ilgiorno.it “Attenzione, Duomo : un uomo vuole andare a Cesano Boscone, non ha soldi”. “Salita in Lagosta, due tappe a Milano e poi non ha soldi”. “C’è uno che va a Senago con carta di credito vuota: dice che sale a prendere i soldi e non torna più”. La chat Telegram si chiama Black List, e non è difficile comprenderne il motivo: i tassisti l’hanno ideata sia per difendersi da chi sale in macchina senza avere il denaro per pagare la corsa sia per comunicare in tempo reale ai colleghi le caratteristiche fisiche dei truffatori da evitare al posteggio. Una sorta di gruppo virtuale di mutuo soccorso per scongiurare viaggi a vuoto, con tanto di foto in primo piano di chi prova (o riesce) a fare il furbo estrapolate dalle telecamere interne di videosorveglianza o dai documenti d’identità.

L’iniziativa è stata lanciata qualche mese fa dalla base della categoria, con adesioni trasversali da varie centrali radio e soprattutto da tassisti che svolgono il turno di notte, e al momento conta più di 200 iscritti.

Chi condivide post e immagini si è dato una regola precisa: parlare soltanto di chi tenta di raggirarli e non di altre questioni che stanno a cuore alla categoria, riservate ad altri gruppi Whatsapp altrettanto partecipati.

C’è chi dà consigli agli altri: “Il problema non si pone se si chiede al cliente di anticipare il costo stimato approssimativo della corsa prima di iniziarla. Se il cliente “permaloso” paga, viaggi sereno e se hai voglia ragioni con lui sulla richiesta fatta. Se si rifiuta di anticipare il pagamento, vuol dire che hai scongiurato un bidone e lo lasci a piedi”. A volte, però, non è così semplice, tanto che alcuni dicono di essere stati costretti a minacciare una denuncia per insolvenza fraudolenta per convincere il passeggero a saldare. In altre occasioni, il conducente di turno preferisce lasciar perdere, per paura di danni alla macchina o peggio: “Segnalo ragazzo, statura media, esile, intorno ai 30 anni, non ha soldi e ha un atteggiamento aggressivo: l’ho caricato a Sesto e va a Desio”.

A qualcuno è capitato pure che il cliente saltasse giù dall’auto all’improvviso, dopo aver detto al tassista di non avere contanti a disposizione. A metà dicembre, un conducente ha riferito di aver fatto salire in corso Como due ragazze, che hanno chiesto di essere accompagnate in zona Sempione: al momento di saldare, hanno assicurato di aver effettuato il versamento su un’app per la prenotazione taxi, che però quell’autista non utilizza. Conclusione: “Alla mia richiesta di farmi vedere il pagamento, sono uscite e se sono andate: ho perso 13 euro”.

A giudicare dal numero delle segnalazioni, il problema esiste ed è molto sentito all’interno della categoria. Non l’unico, se pensiamo all’allarme sicurezza in città rilanciato a più riprese dai sindacati, anche in occasione della decisione del Comune di indire un bando per emettere 450 nuove licenze. Del resto, di recente alcuni tassisti si sono ritrovati ad aiutare persone in difficoltà, specie di notte: è capitato ad esempio a Diego Calcaterra, premiato con l’Ambrogino d’oro per aver salvato un ragazzo da un gruppo di rapinatori in viale Papiniano; ed è capitato pure a Claudio Gioia, che meno di tre mesi fa ha fatto salire in auto tre amiche inseguite da due giovani in monopattino in viale don Sturzo.