Taxi, col Campidoglio lite su nuove licenze, orari e tariffe. E il 23 nuovo sciopero

roma.corriere.it Adesso lo scontro è totale. Ci rientrano tutte le questioni in ballo tra Roma Capitale e i taxi, con uno sciopero (il 23 gennaio) che rischia di inquinare ulteriormente un’atmosfera già abbastanza tossica e incline alla zizzania. Del resto i fronti aperti sono moltissimi: mentre turisti e romani aspettano (spesso invano) le auto bianche agli stalli, si combatte e si polemizza a tutto campo. Sulla tariffa e soprattutto sulla sua revisione, ai tempi promessa dal Campidoglio ma che, però, ancora non c’è.

Sul piatto anche nuove licenze e tariffa fissa per Ciampino
Poi sulla (non) trattativa relativa alle nuove licenze che il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di affrontare unilateralmente, «senza un confronto sui numeri», accusano i tassist. E anche sulla questione delle tratte da e per gli aeroporti , un costo fisso (31 euro per Ciampino, 50 per Fiumicino) di cui la Commissione apposita, istituita dal Comune, ha votato (all’unanimità) la sospensione a causa di una velocità commerciale che, secondo i taxi, risulta economicamente insostenibile per colpa degli oltre mille cantieri  aperti da Roma Capitale tra Pnrr e Giubileo. «Verso Ciampino si farà, per Fiumicino la sospensione non sta in piedi», commentano a denti stretti i tecnici capitolini dando il polso di una discussione in corso coi tassisti e di toni ancora piuttosto accesi.

Tassisti bocciano turni stilati dal Comune per il 2024
Nervi sempre più tesi anche sull’articolo 29 del Regolamento comunale a disciplina di taxi e Ncc (Noleggio con conducente) che, pur resistendo a una raffica di ricorsi presso Tar e Consiglio di Stato, secondo le sigle dei tassisti il Comune non applicherebbe con il giusto rigore, consentendo di fatto ai van neri di Uber, per esempio, di restare in attesa della chiamata dalle vie di Roma e non, come dicono le norme, dalla rimessa nella sede dichiarata sui documenti della licenza. E si litiga anche sui turni del 2024 (anzi, in vigore dal prossimo 13 gennaio fino al 10 gennaio 2025) appena formulati dal Campidoglio, una griglia di orari «poco flessibili» e male organizzati rispetto alla domanda per 362 giorni che i tassisti bocciano su tutta la linea, accusando chi l’ha stilata di «fare sempre gli stessi errori» che «hanno contribuito a mettere la categoria sotto accusa di inefficienza», dice la nota di Uri – Unione radiotaxi.

Sciopero proclamato (da Usb-taxi) per il 23 gennaio
Insomma, se da una parte il Campidoglio conferma la sua direzione sostenendo che «il lavoro sulla revisione della tariffa va avanti, così come quello sulle licenze», dall’altra si alza l’onda della protesta dei tassisti che lamentano di essere tagliati fuori da ogni decisione. E per questo, partendo da Usb-taxi, proclamano sciopero per il 23 gennaio, con un buon anticipo. In modo da recuperare le forze per trasformare la protesta in una vera e propria rivolta di massa. «Le motivazioni per certi versi sono tante, ma due soprattutto sono arrivate ad un livello inaccettabile – scrive Usb-taxi — . Il mancato adeguamento della tariffa agli indici Istat ci schiaccia in una morsa insostenibile tra costi di gestione e “reddito del tassista”. E l’impunità di cui gode in Ncc a fronte della mancata applicazione dell’articolo 29, rasenta il ridicolo, se non fosse per il danno che ci procura — la nota dei tassisti -. Ma su questa decisione incide un Regolamento comunale per taxi e Ncc che definire sbilanciato è fargli un complimento: chiunque (in buona fede) non può non notare che le regole per i tassisti sono ferree e immediate, quelle per gli Ncc, e per l’amministrazione, sono lettera morta. Però sindaco e assessore si rincorrono nella prospettiva d’incrementare i taxi in piazza, per provare a coprire le loro lacune, perfino in questi periodi in cui il lavoro è drasticamente calato. L’opzione da sbandierare è sempre “mancano i taxi”, peccato che viceversa ci sono rimasti solo i taxi. È arrivato il momento di scegliere, di decidere come schierarsi, se andare nei parcheggi anche il 23 gennaio a testa china oppure lottare e dire basta!».

Bittarelli (3570): «Motivi condivisibili»
Si cercano proseliti, quindi. «I motivi sono condivisibili», dice per esempio Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa Radiotaxi 3570, la più importante di Roma perché raggruppa più della metà delle auto bianche. Che, se fermate, bloccherebbero la Capitale.