romatoday.it I taxi di Roma sciopereranno il prossimo 23 gennaio. A fine dicembre 2023 c’era stata la prima seduta della nuova commissione consultiva che riunisce rappresentanti del Campidoglio, dei taxi, degli Ncc e degli utenti romani. Una riunione accesa che, a quanto pare, non ha prodotto i risultati sperati dai tassisti. Qualche traguardo è stato raggiunto ma il durissimo scontro sulle nuove tariffe, quelle fisse, le turnazioni e l’applicazione dell’articolo 29 del regolamento capitolino “per la disciplina degli autoservizi pubblici non di linea”, ha portato l’Usb Taxi a proclamare la prima mobilitazione del 2024.
Commissione consultiva
Andiamo con ordine. Il 15 dicembre viene nominata la nuova commissione consultiva, una sorta di assemblea permanentante sul trasporto pubblico non di linea. Ci sono esperti designati dal sindaco, il dipartimento grandi eventi, sport, turismo e moda, un delegato della polizia locale di Roma Capitale e un funzionario per il dipartimento mobilità sostenibile e trasporti. Al tavolo siedono 30 rappresentanti di categoria tra taxi e Ncc e delegati di associazioni di consumatori.
Stop alla tariffa fissa per Ciampino
La nuova commissione si è riunita il 28 dicembre 2023. Sul tavolo c’era da discutere soprattutto la turnazione dei taxi e la tariffa predeterminata per gli aeroporti romani. È filato tutto liscio sulla richiesta di sospensione della tariffa fissa dalle Mura Aureliane a Ciampino e viceversa. Questa iniziativa ha trovato l’appoggio di tutti i partecipanti. Si sarebbe voluto fare la stessa cosa anche con l’aeroporto di Fiumicino ma, in questo caso, l’amministrazione ha preferito prendere tempo.
Le turnazioni
Qui sono cominciati i problemi. Roma doveva presentare i turni del 2024 e validi fino al 2025. I sindacati volevano ripristinare alcuni riposi, come un week end ogni quattro settimane, ed avere orari abbastanza flessibili da poter rispondere soprattutto ai momenti in cui c’è più domanda. Il Campidoglio, invece, ha diramato i “suoi turni”, che non hanno soddisfatto i tassisti i quali, tra l’altro, chiedevano di riproporre la flotta Integrativa nelle giornate di sabato, domenica, festivi e prefestivi nella fascia oraria 18:00-01:00.
Articolo 29
Che non corresse buon sangue tra tassisti e Ncc lo si sapeva da tempo. Addirittura, sigle delle auto bianche avevano proposto di dividere la commissione in due “sottocomissioni”, una solo per i taxi ed una per il noleggio senza conducente. Terreno di scontro è la corretta applicazione dell’articolo 29 del regolamento capitolino “per la disciplina degli autoservizi pubblici non di linea”. Questo articolo dice, in sintesi, che gli Ncc, dopo ogni trasporto, devono tornare in rimessa e non attendere su suolo pubblico un’altra chiamata. Una procedura che, secondo i tassisti, gli autisti non farebbero, in particolare quelli che lavorano con Uber.
“L’impunità di cui gode il noleggio con conducente, a fronte della mancata applicazione dell’Articolo 29 rasenta il ridicolo se non fosse per il danno che ci procura – scrive, in una nota, l’Usb Taxi – Ncc di ogni Comune d’Italia agiscono indisturbati e grazie alla multinazionale californiana fanno praticamente un servizio di piazza con il vantaggio di poter selezionare l’utenza a cui proporsi”.
Mancato adeguamento delle tariffe
Il vero scontro è sulle licenze e quelle che andranno a bando, due temi che non riguardano solo la commissione ma che sono dibattuti, ormai, da anni. per l’Usb, “il mancato adeguamento della tariffa agli indici Istat ci schiaccia in una morsa tra costi di gestione e “reddito del tassista” insostenibile. Questo squilibrio che dura da anni è evidentemente ingiusto. Ancor di più quando poi ci sentiamo dire da mesi “a breve arriverà un intervento”, intanto aumentiamo i taxi”. È normale che un tassista, che vorrebbe guadagnare meglio, non veda nell’immissione di nuove licenze, 1.000 in più e altre 500 stagionali, una soluzione. Il problema, secondo i sindacati, non è lo scarso numero di taxi, cosa rilevata anche dall’Antistrust, a rendere carente il servizio ma il traffico romano che rende le corse più lunghe di quanto non dovrebbero.
Sciopero
Da tutte queste criticità arriva la proclamazione dello sciopero per il 23 gennaio 2023 da parte dell’Usb. Un modo anche per sconfessare l’immagine del taxi come “male” della città di Roma. “C’è silenzio sul traffico diabolico che incide sulla (cosiddetta) velocità commerciale a seguito degli oltre mille cantieri aperti – dicono i sindacati, ricordando come Gualtieri abbia già bocciato l’ormai famosa indennità da cantiere – nemmeno una parola sui ritardi delle linee Metro dove ormai i tempi di attesa nelle banchine sono biblici, addirittura un convoglio ogni 20 minuti (se passa). Nessun commento sulle centinaia di pullman perfino multipiano che intasano e inquinano il centro storico di Roma”.