ilgiorno.it «Un ricorso davvero singolare, con una caratteristica molto marcata, che non giudico ma che noto con grande stupore: parla solo ed esclusivamente di soldi». È l’incipit del post su Facebook con cui ieri l’assessora alla Mobilità Arianna Censi ha replicato all’iniziativa legale delle associazioni di categoria Tam, Satam e Unione Artigiani e dei radiotaxi 4040 e 8585, che hanno impugnato al Tar la delibera di Giunta che a novembre ha fissato le linee di indirizzo per il bando in via di pubblicazione da 450 nuove licenze.
I delegati delle auto bianche hanno contestato in particolare il prezzo fissato dall’amministrazione sulla base di uno studio Amat e gli sconti garantiti a chi prenderà l’impegno di svolgere i turni notturni per cinque anni e a chi predisporrà il suo veicolo per il trasporto disabili.
A tal proposito, Censi, dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato all’approvazione del Dl Asset e aver spiegato i contenuti del decreto (licenze a titolo oneroso e 100% del ricavato ai tassisti già in attività), ha spiegato i motivi che hanno portato il Comune a ritenere 96.500 euro il prezzo giusto (partendo da una cifra base di 160mila euro) e a prevedere un meccanismo di sconti per notti e trasporto disabili: «Una scelta di buon senso, che penso chiunque di noi avrebbe fatto per il bene della città e nell’interesse pubblico».
Una scelta a cui ha fatto da contraltare, ha aggiunto, un ricorso che «non solo non ha alcun senso, ma si disinteressa totalmente del servizio taxi, della sua qualità, dell’amore per Milano, del bene della città e dei suoi cittadini e cittadine». Ironica la replica di Claudio Severgnini, presidente del Tam: «Ancora una volta la nostra cortese e simpatica assessora si segnala per la sua gentilezza e moderatezza nei termini, cercando di ribaltare le proprie responsabilità in carico ad altri». Poi la rivendicazione: «Se c’è una categoria che ha sempre pensato al bene dei milanesi anche nei tempi bui del Covid, mettendo a repentaglio la propria vita, sono proprio i tassisti milanesi».
Nicola Palma