Ncc, nuove regole e controlli più severi: ecco cosa cambia. I tre decreti di Salvini un assist ai taxi

ilmessaggero.it Pronti i decreti «taglia-code» del governo: cambiano le regole su prenotazioni e orari. Al via il censimento «anti-abusivi» degli operatori. I noleggiatori: «Ora ricorsi e scioperi». Stretta, anche se più lieve del previsto, su orari e prenotazioni per gli Ncc. Un «assist ai tassisti» secondo i noleggiatori senza conducente e un «primo passo utile» per alcune sigle delle auto bianche. E ancora: più controlli per tutti, con il via a un censimento pubblico definito dal governo «anti-abusivi». Pronti i tre decreti attuativi della legge 12 del 2019, scritti dal ministero delle Infrastrutture (Mit), guidato da Matteo Salvini, per il settore del trasporto pubblico di linea e non. I cosiddetti «taglia-code», che Il Messaggero ha potuto visionare in anteprima, mentre a Roma e nelle città d’arte cittadini e turisti tornano ad aspettare anche un’ora per entrare in un’auto bianca. E se il fronte dei tassisti si spacca, tra chi apre al governo e chi lo critica per presunte aperture a Uber, la multinazionale protesta, mentre i noleggiatori con conducente sono pronti a ricorsi e scioperi. Questo in un clima di tensione massima, tra aumenti di tariffe per le auto bianche (4 centesimi al chilometro a Milano), e presunte aggressioni e minacce dei tassisti agli Ncc (denunciate dall’associazione “Sistema Trasporti”).

COSA PREVEDONO
In generale l’obiettivo dichiarato dall’esecutivo è avere più autorizzazioni e più vetture in strada. Quindi maggiore facilità per gli utenti nel trovare un taxi o un Ncc grazie alle app. E, a regime, code minori, anche visto il parallelo percorso di aumento di licenze e seconde guide in alcune città. Roma, ma anche Milano e Bologna dopo il decreto Asset voluto dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Ma proprio nel capoluogo emiliano sono fermi gli esami per prendere la patente KB, rendendo per molti inaccessibile il nuovo bando.

Il primo dei nuovi decreti, sul Registro elettronico nazionale del settore, è stato firmato ieri, dopo l’ok del Garante della Privacy. Nelle prossime settimane sarà il turno di quello sul foglio di servizio per il noleggio con conducente (dopo analisi dello stesso Garante) e poi, probabilmente a settembre, il terzo sulle piattaforme digitali d’intermediazione. Sono quelle fornite dai tassisti, ma anche dalle multinazionali: oltre a Uber, big mondiali come Bolt e Freenow. Per questo decreto si attende il parere dell’Antitrust e dell’Autorità di regolazione dei trasporti, dopo una prima bocciatura, con tanto di segnalazione inviata alla premier Giorgia Meloni, per rischio di violazione delle regole sulla concorrenza.

Il Registro informatico pubblico nazionale (Rent) per taxi e Ncc servirà a realizzare un quadro complessivo delle licenze dei primi e delle autorizzazioni per i secondi. Secondo i primi dati, da confermare, ci sarebbero in Italia 28.604 taxi e 127.508 Ncc. Il Mit punta a «una efficiente regolazione del mercato, smascherando i fenomeni di abusivismo». Il Registro, che sarà accessibile agli operatori taxi e Ncc, ma anche ai Comuni, agli uffici della motorizzazione civile e agli organi di controllo, contiene gli estremi delle imprese e i dati relativi ai contratti stipulati. È previsto per le imprese un termine di novanta giorni per l’iscrizione nell’elenco, che, dopo le verifiche del ministero, sarà pienamente operativo tra sei mesi. Ma è sugli altri due testi che si scatena lo scontro tra le categorie.

Per gli Ncc si prevede l’obbligo di ritorno in rimessa tra un servizio e l’altro o un tempo minimo di attesa di venti minuti (ridotti dai trenta previsti in una bozza precedente). La prenotazione può quindi «essere registrata come bozza di servizio fino a venti trenta minuti prima dell’inizio del servizio». Fino a un attimo prima l’inizio della corsa si può poi cambiare il nome dell’utente che prenota un noleggio con conducente, ma solo «previa espressa richiesta del committente, sulla base di comprovate esigenze». Insomma, con motivazione che deve rimanere scritta. Deroghe al foglio digitale di servizio sarebbero previste solo per gli Ncc nei piccoli comuni senza taxi.

«Sono provvedimenti – tuona Andrea Romano, presidente di MuoverSì federazione Ncc e mobilità – punitivi e irrazionali, identici a quelli già bocciati dall’Antitrust e da una sentenza della Corte costituzionale contro gli obblighi di rientro in rimessa, che limiteranno la libertà di movimento di cittadini e turisti, colpendo il nostro settore e il comparto turistico». Da qui l’annuncio di «ricorsi e scioperi», facendo riferimento alla normativa europea. Il tempo minimo di attesa non esiste in nessun altro Paese membro. «Abbiamo ascoltato le sigle e apportato delle modifiche ai testi – rispondono fonti del Mit – venti minuti è un tempo fisiologico di attesa per una corsa in città come Roma». Non si escludono poi ulteriori modifiche dopo un nuovo confronto con tutte le categorie.

Un assist agli Ncc, però, può arrivare ancora dalla Consulta, che oggi potrebbe dichiarare incostituzionale un articolo della stessa legge 12 del 2019, consentendo il rilascio di nuove autorizzazioni, finora bloccate dall’assenza del Registro nazionale.

LA CONTROVERSIA
Diverse le posizioni tra i tassisti, tra cui però, almeno per ora, si esclude un nuovo sciopero dopo quello del 21 maggio. I testi in parte deludono, ma la stretta sugli Ncc viene considerata positiva. «Il giudizio – dice Claudio Giudici di Uritaxi – è sufficiente, anche se si poteva fare di più. Il governo sta provando a riportare legalità nel trasporto pubblico non di linea, ma allenta le norme già previste ed è paradossale che multinazionali e abusivi si lamentino». Più dure altre sigle. «L’esecutivo – secondo Nicola Di Giacobbe (Unica Taxi Cgil) – apre e legittima le piattaforme di intermediazione come Uber, non evidenziando la differenza con il radiotaxi e il nostro servizio pubblico, fatto nel rispetto di regole comunali». Uber, però, non è contenta. Per il general manager in Italia, Lorenzo Pireddu, «il governo non ha strategie, se non punire le imprese del noleggio con conducente per accontentare le richieste di una parte dei taxi».