ilgiorno.it Quelle foto hanno fatto il giro delle chat. E in tanti, da ambo le parti, le hanno commentate senza troppo stupore: “Era nell’aria”. Del resto, di avvisaglie ce ne sono state eccome: da mesi vengono segnalati, specie in piazza Duomo e davanti agli hotel extralusso delle vie del Quadrilatero nonché vicino a stazioni e aeroporti lombardi, litigi con insulti reciproci tra tassisti e Ncc.
Il copione è quasi sempre lo stesso: i conducenti di auto bianche si avvicinano a quelli di berline e van neri e contestano loro di aver preso la corsa in strada e non dalla rimessa, riprendendo la scena con lo smartphone per documentare sia le paventate violazioni sia gli scudetti che indicano autorizzazioni di altre province. In sintesi: li accusano di essere abusivi e di non rispettare la normativa sul trasporto pubblico non di linea, peraltro confusa e in cronico ritardo rispetto alle applicazioni che hanno rivoluzionato le modalità di connessione coi clienti. Stando a quanto risulta al Giorno , al momento gli agenti della polizia locale si stanno occupando di due denunce presentate da altrettanti Ncc per episodi del genere, anche se c’è un consistente numero di casi sommersi che fotografa la crescente portata del fiume carsico.
Finora, però, non si era mai arrivati al contatto fisico. Di conseguenza, l’aggressione a bastonate di venerdì pomeriggio a due passi dal Terminal 1 di Malpensa ha segnato un’accelerazione nella silenziosa escalation delle ultime settimane. È vero che la discussione è nata per un sorpasso azzardato sulla statale 336, quindi per questioni di viabilità, ma è altrettanto vero che Giuseppe Dalzini, il noleggiatore di 66 anni colpito alla testa da un tassista armato di mazza, ha raccontato che alcuni degli altri conducenti che si sono radunati attorno a lui urlavano “Ncc di m., abusivo”. Un raid che si inserisce in un clima tesissimo, peraltro in un momento storico in cui stanno per aumentare dopo più di vent’anni le licenze taxi a Milano (da 4.855 a 5.826 in due tranche consecutive da 450 e 521) e in cui la recentissima sentenza della Corte Costituzionale potrebbe tradursi in un’iniezione di autorizzazioni Ncc.
“La situazione sta degenerando, come abbiamo facilmente previsto”, ha scritto ieri il presidente dell’associazione Sistema Trasporti Francesco Artusa in una lettera indirizzata al sindaco Giuseppe Sala. “Sappiamo – l’incipit della missiva – che il suo ufficio ha portato la questione al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: riteniamo che sia un buon inizio, ma che non potrà mai essere sufficiente se non verranno avviate azioni istituzionali in grado di restituire pari dignità alla categoria che rappresentiamo”. Tradotto: gli Ncc vogliono svestire una volta per tutte i panni dei convitati di pietra e partecipare con i propri delegati a tavoli e riunioni in cui si parla (anche) di loro “solo con i tassisti”. “È nostra ferma convinzione – chiosa Artusa – che è questo modus operandi, in primis, ad aver delegittimato gli Ncc agli occhi dei tassisti. Ad aver dato la sensazione di una supremazia di una categoria rispetto a un’altra. Ad aver dato loro la sensazione di avere poteri che in realtà sono esclusivi delle forze dell’ordine”. Dal canto loro, i sindacati delle auto bianche continuano a chiedere più controlli anti-abusivismo, ritenendo insufficienti le 92 sanzioni comminate all’ombra della Madonnina nel primo semestre del 2024.
Intanto, il blitz di Malpensa potrebbe finire presto sul tavolo della commissione tecnica disciplinare, l’organismo incaricato di vagliare i presunti illeciti compiuti dai tassisti in servizio: la condotta dell’aggressore (al netto di ricostruzioni alternative su una precedente provocazione e in assenza della querela che la vittima ha deciso di non presentare), pare in evidente contraddizione col dovere di “tenere in ogni circostanza un comportamento corretto nei confronti di chiunque”. Le sanzioni prevedono uno stop alla licenza fino a un massimo di 90 giorni, commisurata alla gravità dell’infrazione e all’eventuale recidiva.