Taxi a Roma, l’allarme di Zaccheo (Art): «Poche mille nuove licenze, ne occorrono almeno il doppio»

roma.corriere.it Il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti ha ribadito quanto già espresso nel parere del 30 maggio scorso inviato al Campidoglio. La dura reazione dei sindacati: «Ingiusto scaricare su di noi il caos trasporti»

Mentre si avvicina la scadenza, il 23 settembre, per partecipare al bando del Comune per l’assegnazione di mille nuove licenze di taxi, Nicola Zaccheo, presidente dell’Art (Autorità di regolazione dei trasporti) ribadisce che «a Roma serve un incremento per arrivare a duemila unità». Nella relazione annuale presentata ieri il manager sottolinea di aver segnalato al governo «l’essenzialità della raccolta dei dati i quali, ben più del solo registro nazionale, potrebbero costituire la base per una programmazione efficace ed efficiente dello sviluppo dell’offerta».

Le licenze
Il passaggio sintetizza quanto già argomentato in modo più dettagliato nel parere inviato lo scorso 30 maggio al Campidoglio nel quale l’Authority evidenziava come il contingente necessario stimato dall’amministrazione (2.330 licenze, mille rilasciate in una prima fase per poi monitorare l’impatto) in aggiunta al parco vetture già esistente (7.715 auto bianche) fosse da considerarsi «cautelativamente come una stima per difetto del fabbisogno reale». Da qui l’esortazione a rivalutare la domanda effettiva «sulla base sia di analisi sulla propensione all’uso dei taxi delle diverse categorie di utenza potenziale, sia di un adeguato sistema di monitoraggio del servizio». Tra i dati da verificare per avere un quadro attendibile della situazione: le richieste di servizio inevase, i tempi di attesa degli utenti e il numero di corse medie effettuate da ciascun tassista.

Scontro coi sindacati
E però, le parole di Zaccheo riaccendono lo scontro con le organizzazioni sindacali (Fit Cisl, Ugl, Federtaxi Cisal, Uritaxi, Agci, Confcooperative, Fast Confsal taxi, Ati taxi, Atapl Claai taxi, Unione tassisti d’Italia e Sul taxi) che in una nota congiunta hanno espresso il disappunto: «Che qualcuno voglia giocare a scaricare sulle spalle degli operatori la situazione di totale sfascio in cui versa la mobilità della Capitale è per noi inaccettabile – insorgono i rappresentanti dei lavoratori – . In una città in cui la viabilità è devastata da centinaia di cantieri giubilari, con un traffico letteralmente impazzito e le reti del trasporto pubblico in fase di è profondamente ingiusto. Tanto più in un comparto in cui i lavoratori stanno dando molto dopo aver cancellato i riposi, prolungato gli orari di servizio, incentivato le seconde guide».

Nuovo sciopero
Nel frattempo, sul fronte del trasporto pubblico domani si prospetta un altro venerdì nero con lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dai sindacati Cobas, Adl, Sgb, Cub e Usb che interesserà la rete Atac, le linee di bus periferiche gestite da Roma Tpl e quelle di Cotral/Astral. I mezzi si fermeranno dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino a fine servizio (il servizio verrà erogato nelle fasce di garanzia). L’agitazione arriva a meno di due settimane dall’ultima, lo scorso 9 settembre, ennesima giornata da incubo per i romani già messi a dura prova dal violento acquazzone della notte precedente con pesanti ricadute sulla viabilità.