Milano Linate, autista Uber butta a terra un tassista che lo stava filmando con lo smartphone: “Ho una costola rotta, lo denuncio”

ilgiorno.it La tensione è alta da mesi. I faccia a faccia per strada sono all’ordine del giorno: da una parte, ci sono i noleggiatori con conducente che prendono corse con l’app di Uber, legittimamente dal loro punto di vista; dall’altra, ci sono i tassisti che li additano come abusivi e li “intervistano” a favor di smartphone per immortalarne la reazione alle accuse e denunciare pubblicamente quello che reputano un fenomeno “illegale” dilagante all’ombra della Madonnina. Spesso i toni si alzano ben oltre il livello di guardia, come accaduto nei primi giorni del 2025 in piazza Duomo: lì un ncc, come ripreso in un video circolato sulle chat interne, si è infilato per due volte nell’abitacolo di un taxi e ha malmenato il conducente, per poi allontanarsi.

È successo ancora domenica pomeriggio a Linate, ma stavolta è finita male per un tassista di 54 anni: all’Humanitas gli hanno diagnosticato la frattura di una costola, con una prognosi provvisoria di 21 giorni. È proprio lui a raccontare al Giorno quello che è successo, con una premessa: “Nei prossimi giorni presenterò certamente denuncia”. Sono da poco passate le 16.30, Matteo (nome di fantasia) vede quel van nero parcheggiato vicino alla porta 4 e attende l’arrivo del driver.

Parte il solito scambio di battute: “Lui ha reagito in maniera arrogante e sgarbata, parlando del libero mercato”. Il driver torna verso il van e ci entra; il tassista lo segue e si accorge che sul telefono, posizionato sul cruscotto, è aperta la schermata dell’app Uber con le informazioni su corse e clienti. Così punta lo smartphone in quella direzione, avvicinandosi alla portiera anteriore sinistra per riprendere il cellulare. È in quel momento che l’altro spalanca lo sportello, col finestrino parzialmente aperto: “La botta improvvisa – racconta Matteo – mi ha fatto cadere di mano il telefono: lo schermo si è rotto”.

Il cinquantaquattrenne torna sui suoi passi e infila il braccio nell’abitacolo, mostrando i danni al conducente e anticipandogli che chiamerà le forze dell’ordine per dirimere la questione. “Lui è partito di colpo, così forte che una persona che era seduta sul marciapiedi interno si è alzata spaventata”, prosegue la ricostruzione. Matteo rimane per alcuni secondi con la mano incastrata nello sportello, riuscendo a fatica a liberarsi per evitare di essere trascinato dal van: “Ci ho messo tutta la forza che avevo per sganciarmi, altrimenti non so come sarebbe finita”. Alla scena assistono alcuni suoi colleghi e almeno tre testimoni: “Abbiamo la targa di quella macchina e tutti gli estremi per rintracciarla”.

Dopo la caduta, Matteo si fa medicare le escoriazioni al pronto soccorso dell’aeroporto. “Tornando a casa, è aumentato il dolore al fianco che sentivo sin dall’inizio – aggiunge – e mi sono recato all’Humanitas per fare una radiografia”. Responso: costola fratturata e 21 giorni di prognosi. L’episodio è stato ripreso pure dalla dashcam di un’altra auto bianca: il filmato ha iniziato a circolare nel tardo pomeriggio di lunedì sui gruppi Whatsapp, riaccendendo i riflettori su un problema che di tanto in tanto riemerge come un fiume carsico. Il presidente del Tam Claudio Severgnini fa sapere che nelle prossime ore sindacati e associazioni di categoria scriveranno una lettera al prefetto Claudio Sgaraglia per chiedere un incontro urgente sul tema, già sollevato non più tardi di dodici giorni fa nel corso dell’ultimo incontro con l’assessora alla Mobilità Arianna Censi. L’obiettivo dei delegati è quello di sollecitare ancora una volta “un incremento dei controlli”.