abitarearoma.it In arrivo un decreto del Ministero dei trasporti, probabilmente in approvazione entro maggio, avente come oggetto le piattaforme di intermediazione. Il provvedimento fa parte di una serie di misure previste dal ministero dei Trasporti per regolamentare i servizi pubblici non di linea, inclusi taxi e Ncc. Una delle modifiche più discusse contenute nel testo provvisorio sarebbe quella che impedirebbe agli utenti di confrontare in anticipo i tempi di attesa e i prezzi stimati dei vari servizi disponibili.
Secondo il testo, infatti, “i tempi di arrivo del vettore taxi o Ncc e il corrispettivo stimato per il servizio sono comunicati all’utente solo all’esito dell’opzione“, il che ovviamente non consentirebbe una valutazione in anticipo della convenienza del servizio scelto e limiterebbe fortemente la libertà di scelta dei consumatori.
Inoltre, il decreto prevede di oscurare il luogo di destinazione delle corse, per evitare che vengano selezionate dai tassisti tramite le app di prenotazione che dialogano con Uber, motivo per cui anche la categoria dei tassisti non guarda con favore il provvedimento in esame. Secondo il decreto, infatti, la destinazione dell’utente deve essere comunicata al vettore solo al momento del prelievo, stabilendo che “le piattaforme devono garantire che i servizi siano assegnati in modo indifferenziato ai vettori taxi, senza preferenze per eventuali servizi aggiuntivi o criteri non previsti dalla legge”.
Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia: “Questo decreto va contro gli interessi dei cittadini, che da anni chiedono soluzioni per una mobilità più facile e veloce, e rischia di limitare ulteriormente le opzioni di scelta“. Secondo Pireddu, infatti, “la limitazione della possibilità di confrontare prezzi e tempi potrebbe danneggiare gli utenti, che non avrebbero più la libertà di scegliere la soluzione migliore in base alle proprie esigenze“.
“Una bozza di decreto che va a punire principalmente gli utenti” ha concluso Pireddu “in contrasto con le sentenze della Corte costituzionale e con il recente parere pubblicato dall’Antitrust, che di fatto si dimentica delle esigenze dei cittadini che ricercano servizi di trasporto in modo facile e veloce tramite applicazioni tecnologiche”
Paolo Ceccarelli, Head of Operations di Freenow Italia, al contrario ha espresso il suo apprezzamento per una norma che – a suo dire – va a contrastare l’abusivismo nel settore, pur evidenziando l’importanza di “garantire una competizione equilibrata tra taxi e Ncc“.
In questo quadro si inserisce proposta di legge di iniziativa popolare depositata il 12 febbraio dall’Associazione Articolo 16 (nata dalla collaborazione tra i Radicali Italiani e MuoverSì, federazione che riunisce le principali associazioni Ncc). Secondo i depositari, la proposta ha l’obiettivo di “garantire la libertà di movimento, prevista dalla Costituzione ma oggi negata dalla catastrofe del trasporto pubblico non di linea e da una legge vecchia di oltre trent’anni. Introdurre un principio rivoluzionario per l’Italia: è il cittadino a scegliere il mezzo di trasporto che preferisce, non lo Stato a limitarne l’accesso.
Più concorrenza, più benefici per i consumatori, più occupazione regolare“. Con la proposta, inoltre, si introduce il concetto di “trasporto al pubblico” definito come il “trasporto di persone da un luogo a un altro attraverso qualsiasi modalità disponibile, incluse le piattaforme digitali, e ribadisce la separazione con regole chiare tra servizio taxi e servizio Ncc“.
La proposta è stata presentata Mario Esposito, ordinario di Diritto costituzionale all’Università del Salento e presidente dell’Associazione Articolo 16; Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti in numerose università internazionali; Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani ed Andrea Romano, presidente di MuoverSi. “La nostra proposta punta a sbloccare un quadro normativo vecchio di oltre trent’anni: la legge che regola taxi e Ncc è del 1992, quando non esistevano neanche gli sms” hanno detto i presentatori, che hanno aggiunto che “oggi in Italia trovare un taxi è un’impresa disperata, con enormi danni al diritto di ognuno alla libera mobilità e alla stessa credibilità internazionale dell’Italia. Con questo atto chiediamo di aprire finalmente un cantiere legislativo per riformare un settore chiave per le nostre città, per cittadini, turisti e imprese, per cercare di trovare un equilibrio che metta al primo posto i cittadini“.