“Uber Black continua il servizio nonostante le multe”: tassisti baresi verso lo sciopero

La data in cui si programma la contestazione è il 24 aprile: gli autisti contano di riunirsi con i loro mezzi in piazza Libertà per protestare contro l’introduzione del servizio di Ncc da loro definito non a norma.

Sono pronti a incrociare le braccia i 150 tassisti operativi nella città di Bari. E prevedono di portare il 25 aprile nuovamente i loro mezzi davanti alla Prefettura, come già successo a gennaio dopo l’aggressione notturna a un’autista, per gridare con forza il loro no all’arrivo di Uber Black in città. Un sciopero organizzato dalle sigle Taxi Bari e App Intaxi, che segue appunto alla preoccupazione dei lavoratori del settore per l’avvio del servizio di chiamata degli ncc attraverso l’applicativo per smartphone preposto. Che già a febbraio aveva scatenato forti polemiche. Un presidio di nove ore, dalle 9 alle 18, per rimarcare le proprie necessità.

I tassisti lamentano come le vetture del servizio continuino a circolare per le vie del capoluogo, e sollevano dubbi sulla loro effettiva regolarità rispetto alle normative che regolano il servizio. Dubbi alimentati anche dalle multe e dai fermi amministrativi che gli agenti della polizia locale di Bari starebbero comminando agli autisti dei mezzi a Noleggio con conducente che si sono affiliati al circuito Uber Black. Già a febbraio avevano inviato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, una lettera in cui chiedevano controlli rafforzati per arginare il fenomeno da loro definito non a norma.

Ora, in occasione del nuovo moto di protesta, pianificano un incontro “con il sindaco di Bari, Vito Leccese e gli organi comunali preposti al controllo dell’attività di trasporto nella nostra città” si legge in una comunicazione diffusa da una delle due sigle.

Un commento

  1. Lo strapotere statunitense non ha freni
    Siamo assoggettati da un governo indifferente ai soprusi delle multinazionali e non riusciamo a difendere i diritti dei lavoratori italiani che pagano le tasse in Italia a scapito di multinazionali dove pagano tasse nei paradisi fiscali esteri
    Vergogna, altro che Made in italy

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