Che il testo del Decreto liberalizzazioni venisse approvato dalla Camera e divenisse Legge non è una sorpresa di Pasqua per gli automobilisti; non lo è neppure il fatto che i sacrifici per chi guida fossero pesanti; né che i tagli ai costi della politica fossero rimandati a chissà quando (il presidente della commissione sulle Retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici, Enrico Giovannini, ha rimesso il proprio mandato al Governo per l’impossibilità di raggiungere i risultati previsti); la prima vera novità pasquale per i possessori di una macchina è rappresentata dal no alla tariffa unica nazionale della Rc auto. Andiamo per gradi.
L’ILLUSIONE DEL DECRETO
Da anni c’è uno squilibrio fortissimo fra gli automobilisti del Nord e quelli che abitano al Sud: questi ultimi pagano tariffe molto più care, perché nel Mezzogiorno, specie a Napoli e Caserta, gli incidenti e le truffe sono più numerosi (i colpi di frusta hanno una incidenza del 40% superiore alle altre aree d’Italia). A incidere, più dei numeri e della frequenza sinistri, sono i costi dei risarcimenti per le lesioni fisiche, più elevati al Sud. Una forbice che si va allargando nel tempo, con le Assicurazioni in fuga dal Meridione, pur di non avere clienti di zone a rischio in portafogli. Dal 25 marzo 2012, con la Legge liberalizzazioni, pareva che venisse messa la parola fine a questo doppio binario: all’articolo 32 del provvedimento, vengono imposte alle Compagnie “identiche offerte” assicurative “a parità di condizioni soggettive e oggettive” in tutta Italia. I cittadini virtuosi di Napoli e dintorni sarebbero stati premiati: in due parole, una tariffa Rca unica per il Nord e per il Sud. Le compagnie di tutta Italia avrebbero dovuto proporre le stesse Rca per le classi di massimo sconto, la prima, quella dei virtuosi.
INTENZIONI
Il senatore Franco Pontone, che aveva proposto l’emendamento a favore della tariffa Rca unica, poi approvato, s’era espresso in questi termini: "Per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive e oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte”. La questione s’era immediatamente politicizzata. La Lega Nord, in particolare, s’era scatenata: "A Napoli e in certe aree del Sud – così il presidente dei senatori della Lega Nord, Francesco Moro – pagano di più perché il tasso di incidenti è più del 25%, tra i più alti a livello europeo".
DOCCIA GELATA
Ma proprio negli scorsi giorni, è arrivata la doccia gelata, o se preferite la “sorpresa” nell’uovo di Pasqua per l’automobilista: niente tariffa unica, perché le Compagnie interpretano in tutt’altro modo la Legge liberalizzazioni. Dove sta il problema? Che si deve tenere conto della percentuale del rischio nelle differenti aree geografiche, variabile anche a seconda della Provincia di appartenenza. Se, grosso modo, a livello nazionale ci sono oltre sette incidenti su 100 auto circolanti, in Campania il dato schizza al 13%. Vittorio Verdone, direttore del settore auto dell’Ania (la Confindustria delle Assicurazioni), in relazione alla classe di massimo sconto, ha spiegato: “I parametri sulla frequenza dei sinistri sono molto diversi da Provincia a Provincia”, quindi vedere la disposizione come l’introduzione di un obbligo di tariffa unica è fuorviante, e “sarebbe contrario anche alla normativa comunitaria che vieta interventi degli Stati sulla libertà tariffaria”.
SECONDO “PRESENTE”
Nello stesso uovo di Pasqua 2012, c’è una seconda “sorpresa”. È vero: stando a un’interpretazione della Legge liberalizzazioni, sembrava prevedere che la Compagnia informi il cliente a proposito della polizza da pagare l’anno successivo nel caso in cui non avesse incidenti stradali. Niente da fare: stando alle Assicurazioni, questo non è possibile. Anche in assenza di incidenti (zero malus), verrà applicata la tariffa in vigore al momento del rinnovo, che potrebbe variare di anno in anno. La Rca unica è inapplicabile: se si verificasse un’impennata dei sinistri, le Compagnie sarebbero costrette a far ricadere i conseguenti rialzi delle tariffe solo sugli automobilisti che commettono incidenti, i quali si troverebbero a pagare dei premi molto onerosi. Il fatto è che gli automobilisti virtuosi, anche se non commettono incidenti, devono far conto anche sulla condotta di guida degli altri assicurati. Inoltre, per l’Ania, l’eliminazione della territorialità del premio punirebbe il 65% degli automobilisti bravi e premia il restante 35%. L’Assicurazione si riserva il diritto di aumentare le tariffe in base ai costi dell’anno prima; e, come succede sempre più spesso, perfino i guidatori virtuosi sono soggetti ad aumenti tariffari.
I DUE “PARTITI”
Al di là delle intenzioni delle Assicurazioni, che comunque non applicheranno la tariffa Rca unica, la Legge pareva fatta per salvaguardare gli automobilisti virtuosi del Sud, con l’attestato di rischio (indica classe di merito e numero si sinistri) immacolato. Una tariffa “giusta”, indipendente dalla residenza: così la pensa il partito del sì. Cui si contrappongono quelli che vedono seri rischi nella tariffa unica: i prezzi Rca potrebbero salire ovunque per coprire le spese del Sud. Per omogeneizzare quel segmento tariffario, a parità di fabbisogno finanziario, si dovrebbe aumentare le tariffe delle aree più profittevoli, ossia al Nord.
SU QUESTO NESSUN DUBBIO
Se la norma sulla tariffa unica sia stata correttamente interpretata dalle Assicurazioni, spetterà eventualmente agli organismi competenti giudicarlo. Quanto invece non è soggetto a interpretazioni è la novità (introdotta dalla Legge liberalizzazioni) sulla distorsione del rachide cervicale dovuto al colpo di frusta, in seguito a tamponamento. Infatti, tutte queste lesioni lievi, fino a ieri, venivano rimborsate sulla base dei sintomi. Adesso, il rimborso avviene solo se la lesione emerge da un esame strumentale, in genere la radiografia. Chi è contrario a questa Legge, come l’Associazione familiari vittime della strada, sostiene che i danneggiati meno abbienti non possano sostenere gli oneri di costosi accertamenti strumentali, in contrasto con l’articolo 32 della nostra Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
MONTA LA DELUSIONE
Al Sud, sono sempre più numerose le proteste contro le Compagnie, anche attraverso movimenti di protesta, come Mo Bast!, No disdettaSud, Rca Napoli Virtuosa, Associazione Noi Consumatori; e poi comizi, presidi fuori da Montecitorio, petizioni alla Commissione europea con tanto di 90.000 firme, lettere inviate al Governo. La Fedederconsumatori pugliese ha indirizzato una lettera ai politici pugliesi al fine di richiedere la regolare applicazione della tariffa unica nazionale che le Compagnie si rifiutano di utilizzare nei termini intesi dai consumatori.
TERZA “SORPRESA”
Dopo la conversione in Legge del Decreto liberalizzazioni, l’Isvap (vigila sulle Assicurazioni) si è espresso: l’obbligo di confronto delle tariffe Rc auto è stato sospeso per il tempo necessario alla predisposizione dello standard di modalità operative utili per il confronto, che l’Isvap deve emanare entro il 25 luglio 2012. Lo dice il messaggio inviato dall’Istituto di vigilanza agli agenti di assicurazione, in risposta ad una lettera inviata a fine mese dallo Sna, il Sindacato nazionale degli agenti di assicurazione, presieduto da Claudio Demozzi. L’articolo 34 del Decreto liberalizzazioni imponeva all’agente di fornire tre preventivi di altrettante Compagnie di Gruppi diversi al cliente che richieda una polizza Rc auto: “Gli intermediari che distribuiscono servizi e prodotti assicurativi del ramo assicurativo di danni derivanti dalla circolazione di veicoli e natanti sono tenuti, prima della sottoscrizione del contratto, a informare il cliente, in modo corretto, trasparente ed esaustivo, sulla tariffa e sulle altre condizioni contrattuali proposte da almeno tre diverse Compagnie assicurative non appartenenti a medesimi Gruppi, anche avvalendosi delle informazioni obbligatoriamente pubblicate dalle Imprese di assicurazione sui propri siti Internet”. Insomma, l’agente deve proporre il preventivo Rca della Compagnia che rappresenta (come monomandatario), più i preventivi di due altre Assicurazioni con cui non ha legami. Il comma 3 bis dell’articolo 34 della Legge ha affidato all’Isvap il compito di predisporre uno standard applicativo della norma entro quattro mesi. Quindi l’Istituto ritiene che ”che l’efficacia del disposto sia sospesa fino alla predisposizione, da parte di questa Autorità, delle previste disposizioni attuative della norma”.
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fonte: omniauto.it 9/04/2012