da dariodivico.tumblr.com – La deregolamentazione dei taxi in Irlanda – indicata come modello dai paladini dell’ortodossia neoliberista – si è rivelata un clamoroso fallimemto. Un grave problema di ordine pubblico. La notizia è la seguente. In Gennaio il Ministro dei trasporti pubblici irlandesi Alan Kelly ha dichiarato che circa 6.000 dei 12.000 tassisti di Dublino hanno condanne penali -anche gravi- e quindi rischiano il ritiro della licenza.Una nuova legge -Taxi Bill Regulation 2013- consentirà una drastica riduzione del numero dei taxi e porrà limitazioni al rilascio di nuove licenze con l’obbiettivo dichiarato di rimediare a due gravi problemi:
1) la piaga degli autisti di autopubbliche condannati penalmente, 2) gli ingorghi stradali causati dai troppi taxi che stazionano inattivi in vana attesa di clienti. Il nocciolo della riforma si sostanzia in un draconiano sistema di “demeriti”; cioè sospensione/revoca delle licenze per violazione del codice penale, stradale e del regolamento dei taxi. A questo si aggiunge la facoltà, da parte delle autorità, di negare i permessi a persone ritenute “caratterialmente inadatte” o “pericolose per il pubblico” (il contingentamento numerico dei permessi uscito dalla porta con la deregulation rientra dalla finestra con la ri-regulation).
La nuova regolazione potrebbe contenere anche l’obbligo di una livrea (colore,logo) comune a tutte le autopubbliche e misure per identificare in modo più severo e preciso chi sia abilitato alla guida dei taxi. VEDI Bill to introduce taxi demerit system.The Irish Time Jan 23,2013. Taxi drivers face disqualification for convictions.RTE News Jan 28,2013. News laws to be propose for taxi industry.RTE News Oct 03,2012).
Doveroso raccontare questa storia di fallimento del mercato dal principio. A dispetto delle deludenti esperienze di deregulation attuate nel passato (alcune città USA nei primi anni 80’) nel 2001 Dublino “liberalizza” le licenze taxi abolendo il contingentamento numerico. La stringente regolazione pubblica viena cancellata a favore delle “superiori virtù del mercato” in nome di una presunta maggiore efficenza e potenziale crescita del settore. In pochi anni il numero dei taxi a Dublino -una città con poco più di 1.000.000 di abitanti- aumenta in modo abnorme passando da circa 4.000 a 12.000 vetture (per capirci New York ha 8.000.000 di abitanti e una flotta di 14.000 taxi). Una pletora ingovernabile di lavoratori marginali e part-time (tassisti come secondo lavoro) creano un eccesso di offerta saturando in breve tempo il mercato.
Le conseguenze negative non tardano a manifestarsi; in sintesi riduzione di sicurezza e qualità del servizio, pesante peggioramento delle condizione reddituale/lavorativa degli autisti e l’abbandono del mercato da parte dei lavoratori full-time e delle aziende più strutturare. Un totale disastro che spinge le autorità ad attuare una ri-regolazione del settore. La lezione della vicenda irlandese è semplice. Una stringente regolazione pubblica -licenze contingentate, tariffa amministrata, obbligatorietà della prestazione- è essenziale per assicurare qualità, sicurezza e redditività del servizio; ovvero evitare che l’industria dei taxi si trasformi in un caos totale a svantaggio di utenti e operatori.
Luciano Galbiati
Fatelo capire a Monti e compagni…..
Monti a breve tornerà alla Bocconi, sempre che se lo riprendano.
Per quello che riguarda i suoi compagni di squadra, non si fanno più vedere… e fanno bene, visto il successone elettorale!
Perspicaci ….13 anni per capire la pirlata!!!
Simone scrive:
11 marzo 2013 alle 22:57
Perspicaci ….13 anni per capire la pirlata!!!
E diversi suicidi!!!!!!!
Il problema è che i tassisti suicidati non puoi richiamarli in vita con un atto amministrativo. Con quello puoi solo ucciderli. Ecco perchè chiunque governi questo paese domani o dopodomani DEVE SAPERE CHE NOI, I TASSISTI ITALIANI, NON ABBIAMO NESSUNA MA PROPRIO NESSUNA INTENZIONE DI LASCIARCI ROVINARE DA UNA BANDA DI MAGGIORDOMI CON MASTER VERI O FALSI CHE IN NOME DI UN’IDEOLOGIA CRIMINALE HA CERCATO DI AFFAMARE NOI E LE NOSTRE FAMIGLIE.