Tempi duri per i taxi: Uber e soci vincono anche in Francia

vtcit.ibtimes.com Gli emergenti servizi di autonoleggio con conducente ottengono un importante vittoria nei tribunali francesi: la più alta corte amministrativa del paese, il Consiglio di Stato, ha infatti deciso di sospendere l’intervento del governo che mirava a proteggere i taxi dalla concorrenza di servizi basati su internet.

Fino ad ora i locali NCC erano obbligati a far salire sulle proprie vetture i clienti solo dopo un attesa di 15 minuti, misura che non si applicava ai taxi (che in media raggiungono proprio cliente entro 7 minuti dalla chiamata), fornendo a questi ultimi una blanda protezione dalla concorrenza dei servizi emergenti. Come in altri paesi il decreto emanato dal governo del presidente francese François Hollande era conseguenza delle opposizioni, anche feroci poste dai taxi tradizionali, che, altrettanto tradizionalmente, sono contrari ad ipotesi di liberalizzazione del servizio e in generale alla concorrenza.

Tale provvedimento, peraltro di difficile controllo, aveva scatenato il disappunto dei nuovi servizi che accusavano di governo di avere imposto un serio e immediato colpo ai loro interessi economici, portando al ricorso presso il Consiglio di Stato. Il decreto però non è servito a pacificare la situazione, poiché, nonostante il “sabotaggio legalizzato”, i nuovi servizi hanno continuato a prendere piede, tanto da scatenare nel mese di gennaio una protesta dei tassisti che si è rivelata oltremodo feroce tanto che autisti e clienti del servizio più famoso ovvero Uber erano stati attaccati fisicamente.

L’intervento della Consiglio di Stato permette di ritornare alla situazione precedente, ovvero alla parziale liberalizzazione del mercato attraverso l’istituzione di auto da turismo con conducente (Voitures de Tourism avec Chauffeur, VTC), decisa dal precedente governo di centrodestra.

La concorrenza, pur avendo generato malumori, non aveva inizialmente impensierito più di tanto i taxi; tuttavia l’avvento di nuove tecnologie ha permesso la discesa in campo di nuove aziende molto dinamiche, che hanno approfittato di un mercato nel quale la domanda appare essere non completamente soddisfatta, creando pressioni nei confronti degli incumbent. Secondo il servizio francese SnapCar, pur essendovi a Parigi 18mila taxi tradizionali, come a Londra, vi sono appena meno di un decimo di servizi alternativi, segnalando così che vi sono potenziali segmenti di mercato che potrebbero essere soddisfatti da un’offerta più ampia, che comprende anche servizi diversi come il car sharing, come sta avvenendo a Parigi e a Milano (scatenando altre proteste dei tassisti).

Appare quindi evidente che vi siano margini che potrebbero decretare il successo di servizio alternativi e portare al declino i taxi tradizionali, a meno che questi ultimi non decidano di rispondere migliorando la propria offerta e accogliendo essi stessi le nuove tecnologie, invece di limitarsi a difendere una posizione che diventerà via via più indifendibile.

Si tratta di una questione che non riguarda solo la Francia: a Milano in seguito a simili proteste il governo cittadino aveva imposto a servizi come Uber di attendere la chiamata del cliente nella propria rimessa invece che girando per la città. Similmente al caso francese il Tar della Lombardia aveva bocciato questo provvedimento lo scorso ottobre.

(Forse il giornalista ha le idee confuse, è la Legge italiana che impone lo stazionamento in rimessa, la delibera comunale è stata annullata per altri motivi, nota di taxistory)

Un commento

  1. X sconfiggere questo abuso drovemo scendere in piazza uno o piu giorni coordinandoci tutti insieme con i colleghi degli altri paesi “diventerebbe il primo fermo TAXI a livello globale” se si potrebbe organizzare sarebbe un bello effetto mediatico

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