Stuprata dal tassista di Uber, l’India mette al bando il servizio di noleggio

Vietati tutti i servizi di trasporto legati al website americano. L’azienda di San Francisco inserita nella «blacklist» non potrà più operare nell’area metropolitana di Delhi.

uber_india_stuprolastampa.it Un autista indiano che lavora per Uber, la multinazionale Usa concorrente ai taxi fonte di violente polemiche in diversi paesi tra cui l’Italia, è stato arrestato oggi con l’accusa di aver stuprato una sua giovane cliente di 27 anni.

Ieri sera la polizia, senza risparmiare frecciate a Uber, molto popolare in India ma decisamente osteggiato dai tassisti, ha annunciato di aver arrestato a Mathura, 160 chilometri da New Delhi, l’autista Shiv Kumar Yadav, 32 anni, presunto autore dello stupro selvaggio verificatosi nella notte tra venerdì e sabato di una giovane indiana che tornava a casa dopo aver passato la serata in un paio di pub con gli amici.  

L’uomo ha minacciato la giovane dipendente di una compagnia finanziaria di gravi violenze fisiche se avesse opposto resistenza o denunciato l’accaduto, e si è rifugiato in una casa per sfuggire alla cattura dopo che è stata lanciata una vera e propria caccia all’uomo. Secondo un’emittente locale, gli agenti hanno dovuto abbattere una porta per riuscire ad arrestarlo. Yadav è stato portato a New Delhi nella notte. All’ingresso del commissariato è stato mostrato ai giornalisti fra due agenti di polizia con la testa coperta da un una sorta di cappuccio nero con due buchi per gli occhi. Domani comparirà in tribunale.