Oggi cari colleghi, nell’antica Roma, da cui tutti proveniamo, si festeggiavano le idi di marzo che coincidevano nel calendario giuliano con l’inizio della primavera. Le idi, che indicavano la metà del mese, sono poi sono divenute famose per l’assassinio di Giulio Cesare da parte di Bruto, Cassio e altri 60 senatori che per restaurare la Repubblica finirono con il favorire l’avvento dell’Impero.
I tassisti, più modestamente, avevano proclamato per domani uno sciopero nazionale in difesa della loro sopravvivenza, forse anche per dar voce a quella naturale esasperazione che pervade la categoria stremata da quel mobbing istituzionale a cui è sottoposta da una decina d’anni. Adesso come tutti sanno, sulla nostra testa pendono ben 24 emendamenti killer la cui approvazione, anche parziale, significherebbe lo stravolgimento della legge 21/92 (forse la legge più emendata della Repubblica) che regola il nostro settore e ben definisce compiti diritti e doveri di taxi e ncc.
Lo sciopero è stato differito dal Garante al giorno 18 marzo, venerdì. Poi è pure stato chiesto, per la sola città di Roma di iniziarlo alle 12,30 anziché alle 8 come nel resto d’ Italia. Ma la vera novità è la convocazione per la giornata di domani al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti “al fine di esaminare le problematiche connesse al settore”.
E qui vorrei soffermare la vostra attenzione e magari quella dei partecipanti sul significato che potrebbe avere questo incontro. E’ come se improvvisamente, pur tenendo una pistola puntata alla testa con gli emendamenti giacenti presso la x Commissione del Senato, qualcuno lassù si fosse accorto che i problemi dei tassisti più che con la Concorrenza e il Ministero dello Sviluppo, hanno a che fare con il trasporto pubblico locale, cioè con quello che i tassisti fanno: trasportare le persone e i loro pacchi e i loro sogni e le loro angosce e le loro nevrosi e le loro malattie e le loro insoddisfazioni e la loro solitudine e a volte persino la loro felicità da un posto all’altro delle città italiane.
Nomina sunt substantia rerum dicevano i nostri antenati. E allora chissà che magicamente qualcuno si svegli da questa interminabile sbronza liberista e liberalizzatrice a prescindere, si tolga il lenzuolo dalla testa e cominci a ragionare sull’unico settore gestito da privati, che non solo non costa nulla allo Stato ma svolge un servizio pubblico di qualità a costi fissati dal pubblico nel rispetto delle leggi e della legalità. E che non ha in cambio nulla di nulla di nulla a parte il mobbing: nè riconoscimento del lavoro usurante, nè statistiche su morti e infortuni sul lavoro, malattie professionali, assistenza sanitaria, carburante assicurazione a prezzi concordati, aiuti per la sicurezza, insomma il riconoscimento del suo ruolo pubblico e dei diritti elementari.
Ce lo auguriamo di cuore perchè nessuno più di noi, quelli che guidano, desiderano in fondo una cosa sola: essere lasciati in pace a lavorare e a fornire spesso, un ascolto gratuito e chissà più empatico di quello a pagamento. E anche perchè noi, come si sa, il nostro lavoro ce lo siamo comprato e forse per questo siamo disposti a difenderlo fino in fondo, insieme alla nostra dignità.
La convocazione al Ministero è solo un ATTO DOVUTO…. una perdita di tempo per i rappresentanti o meglio una presa di giro . Tutti sappiamo che la palla è in mano al Senato che sta sfiacchendo gli avversari con un tira e molla !
Khoolaas for president!
grande khoolas, parole sacrosante e tanto condivisibili, che ci lascino in pace e anzi, ci gratifichino anche per il lavoro svolto, a costo zero e rischi mille, ben detto e speriamo che al ministero di riferimento si rinfreschino le idee e si possa uscire indenni da un incubo lungo 10 anni!
sei stato grande!!! la sintesi perfetta del mio pensiero.
spero arrivi alle orecchie e ai cervelli di tutti.
per lo sciopero… alea iacta est.
mi sa che non si torna indietro. e quanti vorrebbero lavorare venerdi col sorriso. con le garanzie di un governo sensibile e etico.
la vedo dura ma ci voglio credere fino alla fine.
In effetti i tassisti sono come dipendenti comunali . Devono rispettare le regole che il comune impone loro ma,a differenza dei veri dipendenti comunali,non paga loro lo stipendio. Un sogno per tutte le aziende,se lavori guadagni se stai a casa zero.
Bravo Koolhaas lucido ed efficace come sempre. Mentre a chiacchiere tutti ci riconoscono il ruolo importante del nostro mestiere e l irrinunciabilita’ dello stesso con le sue regole chiare a garanzia dell utenza il governo intende permettere a chiunque di giocare a fare il taxista a tempo perso , come hobby, come doppio lavoretto ed ai noleggi di scorrazzare liberi nella prateria . Speriamo che la delegazione che salirà al MIT trovi interlocutori ” lucidi “
Colleghi, e’ severamente vietato avere paura!!
Complimenti per il bell’articolo pienamente condivisibile. Ottimo Koolhaas!
Semplicemente grande,chissà se i nostri rappresentanti si fossero presentati ed avessero slpiegatoto a questi ignoranti che cosa e il nostro lavoro,con la stessa chiarezza e lucidità saremmo arrivati a questo punto????insieme si vince!!!
Ottimo Koolhaas condivido.
C’è un vecchio detto
Chi non entra nella lotta e’ un gran figlio di mign…..tta
È venerdì 18 si vede
Vogliono la guerra è che guerra sia
Scusate eh!!!IO non ho potuto trasportare neanche un mazzo di chiavi ad una signora che aveva dimenticato le chiavi in ufficio,perche il regolamento lo vietava.Moderatore cancelli anche questa?Cosi per farvi notare quanto siete obsoleti.SVEGLIAAAAAAAAAAA…
Fulvio Croce, non ho capito perché avrei dovuto cancellare quello che hai scritto e perché noi siamo obsoleti. Tu che lavoro fai che sei così moderno?