Eppur (qualcosa) si muove

Ve li immaginate i turisti, sui nostri taxi milanesi da Piazzale Udine fino alla stazione, che devono armarsi di pazienza, tanta gestualità e un italiano maccheronico. Tutto questo perché, niente da fare, il tipico tassista meneghino “no speak english”. Abbiamo voluto l’Europa, vogliamo dimostrare di essere moderni ed aperti, sempre all’altezza di un “International meeting”, e poi non siamo in grado di sorprendere con un semplice “where are you going”?

Questo è un estratto della triste (e scontata) ironia del giornalista di cronachelodigiane.net che, oltre dei misteriosi e inquietanti “anelli periurbani di Lodi”, si occupa degli affari dei tassisti milanesi. E questa è la risposta di un (solo uno) sindacalista di cui omettiamo il nome per non essere tacciati di simpatie e pruriti sindacali:

In qualità di rappresentante sindacale presente al tavolo regionale per l’adeguamento tariffario, vorrei fare delle precisazioni. Così come già smentito su altri giornali, vorremmo fare presente che le cifre riportate nell’articolo sono false. All’ultimo rilevamento 70 operatori su 96 hanno certificato la propria conoscenza di una lingua straniera. Ma non si tratta solo di questo. L’accordo con la Regione prevedeva che fossero istituiti dei corsi che sono partiti però con un anno di ritardo, gli esami per l’iscrizione al ruolo dei conducenti dovevano prevedere l’obbligo della conoscenza di una lingua, ad alcuni tassisti sono stati negati i corsi per limiti di età, per sostenere l’esame di conoscenza della lingua bisogna poi sobbarcarsi (nonostante l’esito positivo) 8 ore di corsi (in orari scelti da loro). Come si vede le responsabilità di questi ritardi sono esclusivamente di Regione Lombardia che, degli accordi sottoscritti, decide sempre di applicare solo quello che preferisce.

5 commenti

  1. Caro il mio anonimo, se avessi rispettato la punteggiatura e le maiuscole avresti fatto più bella figura, invexe hai sbrodolato su semiotica, rigore semantico, isotopia e hochdeutsch dimostrando col tuo Super Ego l’insoddisfazione del tuo essere.
    Ritenta, sarai più fortunato.

  2. Marco, non vorrei tu fossi stato troppo severo con l’anonimo. In fondo questi bauscioni vanno capiti. Si riempiono la bocca col tedesco perché così solo pochi capiscono le castronerie che dicono. Forse più che di semiotica dovrebbero occuparsi di semeiotica, così da farsi curare per bene da qualche capace dottore. E se proprio volessero restare sul tema da loro introdotto, dovremmo allora avventurarci su temi come uso e abuso del testo, decodifica aberrante e altre fumose terminologie. Però bisogna essere indulgenti, perché chi si esprime così è uno che certamente ha limonato poco da piccolo. Però la punteggiatura mi sembra a posto. Sono d’accordo con te sulla smisurata coscienza di sé che il nostro dimostra, ma non vado oltre perché nel mio Super Ego, non lo nego, pure io ci annego. ciao.

  3. Bla, bla, bla, bla… intanto il ragioniere è inchiodato a delle tariffe ridicole.
    Dateci una bandiera decente e smettetela di sparare ca**ate!

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