cdt.ch I tassisti di Ginevra chiedono al Cantone e alla società Uber di versare 4,8 milioni di franchi entro dieci giorni. Questa somma, affermano, corrisponde al pregiudizio finanziario subito da quando le autorità ginevrine, un anno fa, hanno vietato a Uber di svolgere nel cantone le sue attività, che tuttavia continuano. Qualora l’importo non sarà versato, l’avvocato degli autisti, Jacques Roulet, minaccia di ricorrere a procedimenti giudiziari. Confermando la notizia data oggi dal giornale Le Temps, il legale afferma che i tassisti “hanno fatto i loro conti”: a quest’oggi si sono manifestati 285 autisti.
Altri potrebbero unirsi ai colleghi e la somma rivendicata potrebbe aumentare, dichiara Roulet. Riferendosi alle decisioni rese dalla Corte di giustizia di Ginevra e dal Tribunale federale, l’avvocato sostiene che il Cantone agisce in modo contrario al diritto e alle decisioni da lui prese: un anno fa, le autorità ginevrine avevano vietato provvisoriamente alla società californiana di esercitare le sue attività sul territorio del cantone. Ma la decisione non ha avuto gli effetti auspicati.
È per questo motivo – spiega Roulet – che la domanda di risarcimento è indirizzata al Cantone. Una seconda è stata inviata alla sede zurighese della start up statunitense. Ogni tassista afferma di aver perso in media circa 16’000 franchi sull’arco degli ultimi dodici mesi.
Circa un anno fa, le autorità cantonali avevano intimato a Uber di cessare le sue attività di trasporto professionale. Questa decisione, contro la quale è stato presentato ricorso, è tuttora all’esame della Camera amministrativa ginevrina (il locale tribunale amministrativo), ricorda Le Temps.
All’epoca, la società californiana aveva chiesto di poter continuare a svolgere le sue attività, in attesa di una decisione della Camera. La domanda è stata rifiutata, una decisione confermata successivamente dal Tribunale federale.
In realtà, Uber continua a svolgere le sue attività, che si limitano tuttavia a mettere in servizio limousine guidate da autisti professionisti, previa prenotazione da parte del cliente. Questa soluzione è ritenuta ammissibile dalle autorità.
Un progetto di legge sui taxi è attualmente all’esame del Gran Consiglio. Le sue disposizioni regolamentano il settore, integrando e disciplinando attività di trasporto quali quelle svolte da Uber.
Maledetti americanacci! Zecche della società!
precisi gli svizzeri, mica come noi….e se lo facessimo, invece di aspettare la madonna??!!
Gli svizzeri sono precisi e non permettono a nessuna multinazionale di non pagare le tasse in casa loro ………
Noi qui in Italia invece stiamo sempre in campana per la nostra situazione !!!