Tariffe, guardiamoci bene negli occhi

E’ difficile fare distinzioni di merito, perché sia i tassisti  fortemente orientati al raggiungimento degli obiettivi, sia quelli  meno motivati, in presenza di un dato negativo sono matematicamente equiparati: risultato=“obiettivo non raggiunto”. In pratica: chi conosce l’Inglese (lo cito perché è da li che è scoppiato il bubbone) anche molto bene,  perché non deve avere comunque un riconoscimento anche se in condizione di minoranza rispetto a coloro che non lo conoscono o non lo hanno imparato? E che dire sulle tariffe predeterminate che non fanno altro che penalizzare coloro che pur trovandosi a nord, in condizioni di netto vantaggio in termini chilometrici, si trovano a pagare di più di quello che pagherebbero a tassametro? Perché allora non parlare di tariffe massime anziché di predeterminate? Oppure è stato fatta un scelta assolutistica solo perché la malafede di molti ai vertici, presuppone possibili indebiti vantaggi a favore di tassisti furbacchioni? Come mai il supplemento bagagli è tabù quando nel resto d’Europa è una consuetudine? La nostra non è una categoria orientata al lavoro di squadra, è fortemente individualista, composta da persone molto diversificate fra loro per cultura ed estrazione sociale, ed è praticamente impossibile pretendere omogeneità e omologazione; creare al suo interno elementi discriminatori (i migliori e i peggiori) credo sia la cosa più deleteria che si possa fare!  Il mondo cambia in fretta e anche male secondo me, ma l’accordo del 2008 sembra non considerare questo ineluttabile aspetto, né il fatto che siamo una categoria di lavoratori autonomi e a tutt’oggi tale accordo sembra non avere la necessaria flessibilità per sostenere  tali rapidi cambiamenti.

A seguito di recenti commenti pubblicati nel  del post “Tariffe mignon”, prendetevela con loro” nel contesto attuale ovvero in quell’ accordo del 2008, mi rendo conto che può essere facile arrivare a certe conclusioni: il volantino a Linate  da cui abbiamo preso spunto è stato messo probabilmente, ma senza nessuna certezza,  da una delle quattro sigle non firmatarie per scopo provocatorio, ma premetto che il sottoscritto non appartiene a nessuna di quelle sigle e quindi non è di parte. Detto questo desidero solo che le associazioni – indistintamente – facciano notare più attivamente la loro presenza e diano puntualmente informazione. Cosa che non accade da troppo tempo. L’invito diretto a confrontarsi   con i propri rappresentanti non mi sembra un atteggiamento forcaiolo, nè deve farci apparire come nemici:  certe risposte e rassicurazioni DEVONO DARLE I  SINDACATI (cosa più volte sollecitata su TaxiStory) senza eludere le domande che possono dare fastidio. Il percorso adeguamento tariffe è ancora lungo e forse non così automatico come sembra. Gli spazi per migliorare a nostro avviso ci sono, se il nostro interlocutore sarà disponibile a smussare alcune blindature. Ci comporteremo nel frattempo come attenti osservatori e poi alla fine dei lavori spero ci sia concesso esprimere democraticamente il nostro parere.

9 commenti

  1. caro leonardo, consentimi ancora una volta il piacere della franchezza. il giudizio negativo sull’operato delle nostre associazioni di categoria ci accomuna senza dubbio. taxistory fa bene a denunciare una situazione purtroppo deteriorata e molto pericolosa. ma un’informazione davvero obiettiva prova a dar conto di un’intera realtà, nelle sue diverse componenti. sai bene che non tutti i sindacati sono inerti e passivi. ci sono anche quelli che, al contrario, si danno quotidianamente da fare, che rispondono punto su punto a ogni mendace affermazione giornalistica, che informano i propri iscritti ogni giorno sulle più disparate tematiche relative alla nostra professione. certo non sono infallibili, né si potrà essere necessariamente concordi con ogni posizione che esprimono. ma se davvero si intende informare correttamente i colleghi che leggono taxistory, bisognerà pur dare conto del lavoro svolto da chi purtroppo agisce nell’ombra e senza grosso seguito. ripeto: non si tratta di decidere della qualità dell’operato, ma di riferire che non è vero che tutti i sindacati giacciono silenti ai piedi della politica. c’è chi ci prova e l’informazione, per correttezza, dovrebbe segnalare l’anomalia per consentire ai propri lettori di farsi un’idea completa. ciò non significa pubblicizzare l’attività di un sindacato a scapito di altri. insomma non ne va dell’autonomia di taxistory. anzi, mi pare che saper distinguere, invece di generalizzare, possa ritenersi il migliore esempio di analisi informativa a favore dei lettori. l’esercizio della critica, infatti, non può prescindere dal dovere dell’informazione completa quando si esercita una forma qualsiasi di comunicazione sociale. insomma, segnalare che uno lavora, non significa apprezzarne l’operato. che rimane, anzi, totalmente criticabile. mi sono permesso di scrivervi questo proprio in virtù della rilevanza informativa assunta dal vostro blog.

  2. Sai Leo, io l’inglese lo mastico. Diciamo che riesco ad intrattenere il cliente con un inglese elementare, fatto a volte di strafalcioni, magari mi scappa qualche gesto alla Alberto Sordi, ma mi faccio intendere abbastanza bene.
    Però sulla dichiarazione rilasciata in via messina ho scritto che non lo so e tutto per ripicca contro questo accordo demenziale e per paura (confesso) di un’eventuale esame visto che non ho la più pallida idea di che livello consista.
    C’è un’altra cosa: se io firmassi un’autodichiarazione mendace in questo caso commetterei una fasità ideologica in atto pubblico.
    Per una persona esercente un servizio di pubblica necessità:
    a. art. 481 – Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Chiunque, nell’esercizio di una professione sanitaria o forense, o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente, in un certificato, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 51,00 a euro 516,00.

  3. Io ho firmato l’autocertificazione, ma solo dopo essermi accertato di essere ancora in possesso di due attestati di frequenza di due corsi a cui ho partecipato alcuni anni fa. Il livello di cognizione era anche superiore a quello richiesto da Regione Lombardia. Come già anticipato nel post, pur essendo su due condizioni molto diverse, in virtù di quell’accordo siamo assolutamente equiparabili!
    Chi ha autocertificato il falso o ciò che non è verificabile è stato ingenuo e incosciente.

  4. non credo di aver peccato di ingenuità od incoscienza nel aver dichiarato di sapere l’inglese. Lo parlo, mi capiscono. Sembra che l’inglese sia il nostro problema fondamentale! Se lo si conosce perchè non dichiararlo, l’esame livello A2 lo trovi su internet. Quello che non comprendo è perchè deve passare del tempo dopo delle decisioni peerchè divenino impopolari quando inizialmente eerano viste come ottime soluzioni.

  5. Caro Luca, è assolutamente vero ciò che asserisci e per questo è bene che chi ci legge ne prenda atto: non tutti lavorano allo stesso modo, ma chi nella categoria ha un peso maggiore è anche colui che ha più seguito e determina certi equilibri. Ovviamente le nostre critiche seguono il medesimo criterio di proporzione. Citare meriti o demeriti di qualcuno nei confronti di altri, ci metterebbe nelle condizioni di dovere esprimere delle preferenze che potrebbero non essere gradite o – peggio – equivocate. Forse la condizione migliore sarebbe quella di esimersi da ogni forma di giudizio: Dopo tutto è proprio l’organismo sindacale che finisce con essere il miglior referente di se stesso, basta che riesca a dimostrarlo.

  6. Ma perchè essere polemici? Ognuno si comporti come crede, se crede di essere nel giusto. Mi sembra che si dibatta su cause di lana caprina!

  7. #4 Daniele passa del tempo prima che certe decisioni diventino impopolari? Semplicemente perchè la cosiddetta (cosiddetta da se stessa) “categoria unita” prende delle decisioni senza mai e poi mai consultare la categoria. L”unica volta che la categoria è stata consultata (per la conurbazione) si è fatto l”esatto contrario! Chiaro che la conurbazione non sarebbe stata digerita (anche alla luce della consultazione) e chiaro che anche l”accordo di legare il MINIMO dell”adeguamento delle tariffe a quattro condizioni capestre avrebbe creato del malumore.
    Adesso il malumore è palese, vediamo cosa farà la “categoria unita” e se non farà niente e non otterrà qualcosa di soddisfacente…. e allora si creeranno spazi pericolosi da gestire.

  8. “E che dire sulle tariffe predeterminate che non fanno altro che penalizzare coloro che pur trovandosi a nord, in condizioni di netto vantaggio in termini chilometrici, si trovano a pagare di più di quello che pagherebbero a tassametro? Perché allora non parlare di tariffe massime anziché di predeterminate? ”
    Spero che sia solo ironia vero? perchè io sarà che a nord ci sto poco e niente ma da cadorna in giu se ti portano al terminal 1 se sei fortunato ci arrivi con 85€.. e ripeto fortunato.. poi cè l’autostrada ..il pos.. ecc…
    e guarda caso il 99% delle volte la tariffa fissa è sotto quello che dovrebbero pagarmi..
    e non ho capito il “tariffe massime”.. cioè? se chiami dal nord nel c__o la prende il tassista e se chiami da sud nel c__o la prende il tassista? non era megli nel caso fare tariffe diverse per zona della città? non mi sembra giusto che via mecenate si paghi come da lotto .. o meglio toglerle del tutto ste tariffe? al massimo fare che ne so.. sempre il 10% o 20% per le tratte predeterminate? cosi se rimani fermo in coda per 2 ore almeno qualcosa riprendi no?

  9. Vorrei partire dalla pizza: se la faccio a casa mia, partendo dalla farina e finendo per servirla in tavolo a mia moglie, mio figlio ed a me spendo forse 10 € compresa l’energia elettrica per il forno e la lavastoviglie; se vado in pizzeria spendo circa 15 € a testa: ora non mi sogno mai di dire al ristoratore che è caro, perché in quel momento lui svolge la sua attività, mette a mia disposizione il suo locale, il suo personale e la sua abilità di artigiano, quindi deve essere ricompensato.
    Se decide di aumentare il costo del servizio a me non rimane che cambiare pizzeria o mangiare la pizza a casa: non esiste in nessun esercizio commerciale o servizio una tariffa fissa impostata su una prestazione variabile: la pizza non costa sempre uguale varia in funzione del variare degli ingredienti.
    E’ vero qualcuno mi può contestare il così detto ”menu a prezzo fisso”, che rimane, comunque una scelta dell’esercente, di solito localizzato in un determinato momento del servizio quando ha un’affluenza di clientela meno disposta a spendere perché si reca lì non per svago ma per l’intervallo del pranzo lavorativo; captazio benevolentia: un costo minore influenza il cliente a scegliere quel locale o a non portarsi il pranzo da casa.
    Certamente un locale che offra una maggior scelta di servizi ad esempio pagamenti con carta o parcheggio o altro può richiedere un corrispettivo maggiore.
    Il servizio taxi è un servizio nel quale la concorrenza tra esercenti è vietata, le uniche forme discriminanti sono la possibilità di pagare con sistemi elettronici o una vettura di maggiori dimensioni per caricare un maggior numero di passeggeri.
    Ora le tariffe concordate sono un po’ bastone e un po’ carota: si sperava di avere più clienti facendoli pagare meno, a mio avviso non è stato così, forse complice anche la crisi economica, non solo le corse alla Malpensa sono diminuite, ma le corse in generale, stessa cosa non si può dire dei costi di gestione.
    Migliorare il servizio passa anche dall’inglese? Penso di sì, come dovrebbe passare da una migliore viabilità, la possibilità di raggiungere la destinazione in tempi brevi, quindi con costi per l’utente minori, con un servizio di chiamata efficiente, con comunicazioni tempestive di intralci alla circolazione: meno tempo = meno soldi.
    Discriminare il guadagno di un tassista sulla conoscenza della lingua straniera si può fare? Non lo so. E il cliente prenderebbe un taxi “inglese” più caro o uno “italiano” meno caro? Temo di saperlo!
    Non siamo degli stinchi di santo: migliorare il servizio passa anche da una deontologia professionale: sappiamo bene di cosa sto parlando.
    Per ultimo permettetemi un piccolo sfogo: mi sono stancato di leggere, sentirmi dire, vedere in tv che i taxi sono cari. Da noi sembra che fare impresa, ed il fine dell’impresa è il guadagno, sia un peccato mortale, forse un impiegato, un operaio, un medico ecc. lavorano gratis?
    Noi facciamo lo stesso, da lavoratori autonomi abbiamo in più i problemi legati all’autonomia del nostro lavoro,se ti ammali non guadagni, se vai in ferie non guadagni, se vai a fare una visita non guadagni, se……
    A presto colleghi.

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