Liberalizzazione taxi va contro direttiva UE

Segnalato da Angelo Mele, vicepresidente di Assodemoscoop, le dichiarazioni dell’eurodeputato Salatto:

http://www.assodemoscoop.it/news/710-taxi-salatto-fli-lliberalizzazione-va-contro-direttiva-uer-.html

info@assodemoscoop.it

11 commenti

  1. Mi sembra strano che sia tutto così semplice. Non mi sento di dormire sonni tranquilli.

  2. e infatti hai ragione katamashi, non è così semplice. la direttiva citata non tratta di taxi, ma solo dei settori che si devono liberalizzare a livello europeo. i singoli stati invece possono fare (e lo hanno già fatto in alcuni casi) quello che vogliono del nostro settore. non penso che il parlamentare sia così fesso da non saperlo, è solo campagna elettorale.
    per approfondire: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/direttiva_servizi/decreto_legislativo.pdf

  3. Bisognerà tornare a far valere i nostri diritti, far capire agli utenti che liberalizzare non vuol dire un calo dei costi delle corse, ma magari della qualità del servizio.
    Oggi i costi della gestione sono tutti a carico del tassista, domani con la liberalizzazione andranno a carico delle società che avranno più licenze, e secondo voi lavorano con i prezzi attuali, mi sembra che quella delle cooperative sia una storia già vista.
    Certo puoi mettere a guidare un poveraccio per quattro soldi, alla faccia della sicurezza per il cliente.

  4. Non capisco dove sia il problema.
    Il decreto Bersani ci ha già liberalizzato consegnando nelle mani dei Comuni la possibilità di emettere il numero di licenze taxi (con relativo secondo conducente) che ritengono necessarie.
    Più liberalizzati di così dove volete che si arrivi???
    Il peggior dispetto che ci possano fare, a questo punto, è permettere il IL CUMULO DELLE LICENZE così come spingeva il caro Rutelli ai tempi che ben conoscete.
    Finchè non salta fuori una disgrazia simile possiamo stare abbastanza tranquilli, tanto siamo sempre dipesi dai capricci delle Giunte Comunali.

  5. @marco
    il decreto bersani ha modificato solo la necessità per il comune di richiedere le licenze alla regione (e come sappiamo, anche se le loro rilevazioni nel 2003 dicevano che eravamo sufficienti, la regione acconsentì, quindi bersani non ha cambiato molto da questo punto di vista).
    il problema sarebbe la liberalizzazione vera, per la quale ci sono stati anche suicidi in europa. quando da un giorno all’altro puoi immatricolare la tua auto come taxi senza altri problemi. o, peggio ancora e concordo con te, sarebbe il permesso di cumulo che è il loro vero obbiettivo. questo era infatti il titolo dell’articolo del decreto bersani e questo volevano fare già nel 2006. poi nel 2007 ci fu la Lanz……. con un progetto simile (il ddl 2272).
    in questo momento in parlamento giace questo proposta di legge che ha gli stessi effetti http://www.camera.it/view/doc_viewer_full?url=http%3A//www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0040810.pdf&back_to=http%3A//www.camera.it/126%3FPDL%3D3694%26leg%3D16%26tab%3D2%26stralcio%3D%26navette%3D
    quindi c’è sempre da stare attenti.
    il problema delle liberalizzazioni (non solo la nostra) è che vengono dati interi settori economici in mano ai 4/5 che in italia si spartiscono tutto e questi sono quelli che governano veramente, sempre.

  6. Qui mi trovi assolutamente d’accordo con te. Non dimentichiamoci mai, però, che la possibilità del secondo conducente (grazie alla famigerata Legge Bersani) provocherebbe un disastro simile alla liberalizzazione: un mercato asfittico come il nostro non reggerebbe il colpo a 10.000 taxi a Milano e 16.000 a Roma!
    Per quanto riguarda i suicidi ti rimando al nostro articolo sui suicidi in Irlanda:
    http://www.taxistory.net/public/post/disastro-liberalizzazioni-taxi-in-irlanda-557.asp

  7. penso che gianni abbia ragione. qui si tratta di spianare la strada all’ingresso dei soliti noti, quei pochi che da noi si spartiscono l’intera economia. non mi sentirei molto tranquillo sui metodi che useranno. e purtroppo non penso che noi “abbiamo già dato”. quello con i taxi è un conto in sospeso e questi signori sono abituati a muoversi sui tempi lunghi per riportare vittorie durature. saranno scorretti. e con ciò? perché dovrebbero preoccuparsi di noi? perché siamo tanti e teniamo famiglia? perché saremo determinati e pronti a tutto? basta una firma per decidere che la licenza è solo carta straccia. la storia ha visto di peggio che l’azzeramento economico di trentamila persone. volete che si fermi davanti ai tassisti italiani? ingiusta, disumana, dannatamente bastarda tira avanti. può innalzare o travolgere ciò che si trova lungo la sua traiettoria. ci è capitato in sorte di vivere un momento storico caratterizzato dall’esaltazione del liberismo. non è rifiutando di crederlo che ci risparmieremo il giro sulle montagne russe. forse, però, se iniziassimo DAVVERO a sentirci parte di qualche cosa di più grande potremmo provare a invertire la rotta. proviamo a credere che il problema non è solo nostro. che l’operaio di mirafiori a cui tolgono diritti non è in una situazione così diversa dalla nostra. che se vogliono liberalizzare l’acqua forse non è giusto. che se al posto del teatro smeraldo venderanno prosciutti col marchio forse neanche questo è troppo giusto e ci riguarda molto più di quanto crediamo. in poche parole, torniamo a essere cittadini attivi, perché la logica di chi vuole liberalizzarci la si combatte in tutti i campi non solo nel nostro orticello. da soli siamo condannati a perdere, insieme possiamo provare a imporre un’idea diversa della società, attraverso la partecipazione democratica ai processi decisionali e provando a scompaginare le architetture illiberali dei lobbisti di casa nostra.

  8. La storia ci insegna che le grandi conquiste sono costate grandi sacrifici e la perdita di vite umane: la storia siamo noi, come siamo noi che facciamo e faremo la storia, così come fecero i nostri padri, nonni, ecc. Affidarsi alle regole della democrazia, al dialogo, al confronto con gli altri, implica l’accettazione da parte dei nostri antagonisti di queste condizioni, ma troveremo sempre da quella parte, posizioni di forza e di potere che vanificheranno sempre le intenzioni più leali e pacifiche di una parte della popolazione ritenuta “inferiore” perchè di poteri ne ha veramente pochi.
    Entriamo da subito nell’ottica che le parole da sole non spostano determinate posizioni e che i fatti che ne potrebbero conseguire, non sarebbero del tutto indolori.

  9. non esiste solo l’esproprio”proletario”,ma anche quello del capitale. in periodi storici come questo in cui il liberismo favorito da enormi quantita’ di danaro(stampato dal nulla) in cerca di disperato “profitto”,un mostro a 7 teste come la UE,con cui i soliti noti possono scaricare la loro INDUBBIA responsabilita’ non ce’ da meravigliarsi (purtroppo) se le ultime nicchie non ancora fagocitate vengono vilmente prese d’assalto .1 velo pietoso sullo stato di servilismo informativo(media)e sulla generale rassegnazione(o silente complicita’)di alcuni sindacati.bisogna sperare di resistere piu’a lungo di questo sistema e ritrovare una unita’ popolare di consapevolezza sui ns.diritti DI TUTTI.perche’ senza 1movim.forte e dal basso,la vedo dura.prima o poi tocchera’ tutti,nessuno escluso.vi voglio bene. Andrea ex ariete 62 ex 359.

  10. sì, leonardo. è che le parole sono il perimetro all’interno del quale ci si può democraticamente muovere. in fondo l’egitto ne è prova. opporsi, anche con i fatti, a chi vuole annientarti è eticamente giusto. ma ha senso ragionare solo da tassisti? qui servirebbe un risveglio popolare molto ampio e interclassista, capace di aggregare le persone e di far loro comprendere la necessità di un cambio di direzione. invece siamo ancora qui a vedere le manifestazioni degli uni contro gli altri. inutili. teatro organizzato dai soliti noti a cui migliaia di inconsapevoli comparse prestano carne e ossa. non idee. ché se pensassero dovrebbero ammettere che l’unico, autentico, corteo è da fare ai danni di un certo establishment di cui bersani è espressione non meno che berlusconi. così stando le cose, diventa difficile credere che una seria opposizione dei tassisti riscuoterebbe appoggi. è prima di tutto un problema culturale. immolarsi contro la dittatura del liberismo può anche starci, ma bisogna che altri intendano il senso di ciò che fai. e purtroppo, intorno a noi, c’è troppo conformismo. c’è il piccolo dirigente che si sente diverso da noi perché veste diversamente e si sente produttivo, aggiornato, al passo coi tempi e consuma ciò che “bisogna” consumare, parla come “bisogna” parlare e “scopa” come bisogna scopare. e non s’avvede di essere solo un’altra rotellina. come hanno dimostrato i molti licenziamenti “senza pietà” degli ultimi anni che, guarda un po’, hanno anche prodotto un bel po’ di ascoltatori in più per le parole di chi, certe cose, le sostiene da tempo. brutti tempi.

  11. i presupposti in ambito mondiale, indicano che i tempi sono maturi per mettere in atto e far partire l’elemento di rottura..quale vi starete chiedendo? semplice rileggete la storia pre-conflitti e ditemi se con le dovute interposizioni temporali ,ambientali e di società non ci siamo.. pensiamoci…

I commenti sono chiusi.