IL PIEDE
Quella mattina non era come le altre, anche perché avevo passato una notte movimentata, a una certa età il pollo con i peperoni non và mangiato alla sera. Il mondo, in un certo senso, mi sembrava ostile e il fatto di dover affrontare una giornata nel traffico mi allettava quanto trasvolare l’oceano seduto vicino a Bin Laden, ma come si dice: The show must go on! Soliti resoconti del lunedì con i colleghi e poi ll’attesa davanti alla colonnina del telefono. DRIN…DRIN…DRIN…(il suono non è proprio questo ma non esiste niente al mondo di comparabile) -pronto! – tassista mi sente?- – certo mi dica!- – sunt al Galeassi! (sono al Galeazzi!) – va bene quale ingresso?- – come quale, ghenè vun! (ce n’è uno!) – no si sbaglia sono due- Breve conciliabolo con la moglie. – Te ghe resun, me truvi all’ingress degli ambulatori! (hai ragione mi trovo agli ingressi degli ambulatori) – Arrivo!- Capita , a volte, che le persone anziane sbaglino l’ora o addirittura la data dell’appuntamento e vista l’ora l’opzione da prendere in considerazione era la seconda, la più tragica, perciò ero preparato a un viaggio un po’ teso. Avvisto i clienti e inizio la pericolosissima manovra di inversione con doppia riga continua. L’Ospedale Galeazzi è anche un noto centro traumatologico dove , fra l’altro, si applicano anche protesi agli arti, perciò la tipologia di clienti consiglia di arrivare il più vicino possibile al punto di salita, quindi avvistata la copia, penso a come sistemare il “nonno” che senza dubbio, sommato il giorno sbagliato e la difficoltà nel camminare, presumo era come se avesse mangiato anche lui il pollo con i peperoni. Nell’avvistarmi, l’arzillo vecchietto, viene colto da un raptus convulsivo e si esibisce in un turbinio di braccia e stampelle, questo per rendersi visibile, dando inizio alla famosa “corsa a quattro gambe” dimostrando, malgrado la zoppia, una notevole vivacità. Non dandomi il tempo di consigliargli la seduta anteriore, decisamente più adatta all’occasione, apre la porta dietro e si catapulta dentro, rifiutando in malo modo l’aiuto della moglie. Capisco la situazione e parto senza indugi, sperando di non dover andare dal traumatologico al Cardiologico. Faccio un centinaio di metri… -Ferma! Ferma! Il Piede!- Facendo l’inventario dei pezzi di cui era composto, l’arzillo vecchietto si rende conto che ne manca uno…..il piede di legno! che si era inspiegabilmente staccato. La voglia di ridere è pari alla paura della reazione che avrei provocato e le stampelle che il “vecchietto” brandiva erano un’ottimo deterrente, perciò misi a dura prova la mia vescica reprimendo il tutto.- Turna indrè per piaser! (torna indietro per piacere!). – Ma duvè che te lè perdute el ped?(dovè che hai perso il piede?) – A su no, quand sunt vegnu fora l’era lì atacat! (ah non lo so quando sono uscito era lì attaccato!) – O madona santissima!- – cumincià no a far tante storie e lassa stare la madonna! Adess turnem indrè a cercarlo!(comincia mica a far storie adesso torniamo indietro a cercarlo) Tiro un sospiro e mi preparo a commettere una cosa come duecento infrazioni pur di tornare sul luogo del delitto, come c’era da immaginarsi non posso fermare il taxi nello stesso punto dove i due arzilli sono saliti. – aspettatemi qui!, vado io a cercare il piede!- – l’è propri un bravo giuvine!(è proprio un bravo giovane!) Percorro pochi passi e lo vedo!è sul bordo del marciapiede! Lo prendo e felice torno sui miei passi! – ecco il suo piede!-
– l’è minga il mè cheschì!(non è mica il mio questo!) – come non è il suo piede? – ma te vede no che go su un par de scarpe marun?(ma non vedi che ho su un paio di scarpe marroni?) – oh ca…zo….ma allora?- – turnà indrè e guarda meglio! Prendo il piede in mano e in effetti…la scarpa è nera!, ma adesso? Sempre con il piede in mano, torno sui miei passi…e finalmente da sotto un furgone, lo vedo! Prima di raccoglierlo controllo il colore della scarpa, è marrone! È il piede giusto!, intanto qualcuno deve essersi incuriosito, per fortuna vedo un’infermiere e mi avvicino di corsa. – scusi ho trovato un piede!- – no! Ne ha trovati due!- – questo è mio!- Mi stringo al petto il piede con la scarpa marrone, terrorizzato che volesse anche quello e gli porgo l’altro. – ah! Va bene grazie! – grazie a lei! Corro con il mio piede verso il taxi, e mi chiedo, ma al Galeazzi, lo sanno che la gente perde i pezzi? – grazie! Grazie! L’è propri sta bravo! traffica per un bel po’ per rimetterselo, ma poi pare contento. Nessuno parla, c’è solo il rumore della dentiera che “il nonnino” cerca di sistemare. – si può aprire il finestrino? mi chiede – no spiacente, è bloccato. Ho mentito, ma…volevo evitare ulteriori sorprese, i piedi sono due…ma i denti sono tanti!. tratto dal libro di Cira Sommella “Corsia preferenziale” cirasommella.com
Grazie a Cira per la gentile concessione (comperate il suo libro, ne vale la pena) e per averci fatto sorridere.
Molto divertente!