800.000 per la precisione, notificati ai cittadini lombardi per un bollo (secondo loro) non pagato: quello del 2007. Anche il sottoscritto ha ricevuto la notifica e ha tentato di rivolgersi agli sportelli ACI per dimostrare l’avvenuto pagamento. Non pensiate di poter scegliere un ufficio ACI a caso, solo in Via Durando al 38 puoi dimostrare la tua innocenza, a condizione che tu possa trovare un posto per parcheggiare il taxi, perchè nemmeno al posteggio Bausan lo trovi, poi se vuoi perdere ore in coda sarai tu a valutare l’equivalente dei mancati incassi che ciò ti comportetà. Se scegli di inviare la documentazione per posta, utilizzando la busta inclusa nel plico che hai ritirato, fallo con raccomandata, non si sa mai ti vengano a dire un giorno "…ma noi non abbiamo ricevuto niente!".
Ottocentomila ingiunzioni in arrivo ad automobilisti e motociclisti: molte non sono corrette Gli errori riguardano le imposte del 2007, versate quando i controlli erano affidati all’Aci – La colpa è di banalissimi errori di trascrizione, ma l’effetto è stato a valanga: degli 800mila avvisi di mancato pagamento del bollo auto inviati dalla Regione nelle case di tutta la Lombardia, uno su dieci è stato mandato per errore. Risultato, circa 80 mila incolpevoli automobilisti che nel 2007 avevano pagato regolarmente la tassa in questi giorni si sono visti recapitare una lettera che afferma il contrario. Con la richiesta di interessi maturati che possono arrivare fino al 30 per cento del totale. «Si tratta di inconvenienti dovuti al vecchio sistema di pagamento — si giustificano dall’assessorato regionale al Bilancio — il 2007 era l’ultimo anno in cui la gestione del pagamento del bollo auto era ancora compito dell’Aci e con quel sistema era facile che si verificassero degli sbagli». Le cause degli errori possono essere le più varie. Una svista nella dicitura del nome, una data non aggiornata negli archivi, una trascrizione frettolosa del funzionario di turno. Oppure uno sbaglio del lettore ottico che magari ha confuso uno zero sbilenco con una D, finendo per vanificare la registrazione di centinaia di pagamenti. Quando la gestione era in mano all’Aci, per mettersi in regola bisognava andare agli sportelli, comunicare i propri dati e pagare la cifra dovuta. Era un sistema offline, spiegano dall’assessorato, in cui gli eventuali errori venivano verificati solo a consuntivo e l’automobilista che aveva pagato rischiava di diventare inconsapevolmente un evasore senza che questo potesse essere scoperto prima di qualche anno. Il meccanismo del bollo auto, la cui verifica di pagamento da parte della Regione è obbligatoria, è passato dal 1 gennaio 2008 sotto il controllo del Pirellone, che ha dovuto far convergere nei suoi uffici la gestione di cinque diversi archivi. Oggi il sistema è diventato online e chi si presenta agli sportelli per pagare ha un codice corrispondente ai suoi estremi. I computer individuano così gli eventuali sbagli e qualsiasi agente di riscossione può accorgersi degli intoppi. Fatto sta che a tutt’oggi ci sono sempre gli errori vaganti del 2007 e per togliersi dagli impicci i cittadini sono costretti a fare da sé, rivolgendosi alle postazioni Aci, mettendosi in attesa al call center oppure andando di persona al l’ufficio di Conciliazione della Regione, dove è possibile normalizzare la propria posizione. «Una volta riscontrato il problema, l’avviso viene immediatamente annullato». Gli errori nelle lettere per il bollo auto — e il conseguente caos per le regolarizzazioni — non sono una novità di quest’anno. Già nel 2008 infatti, quando furono notificate le irregolarità (vere e non) relative al biennio 2005-2006, i cittadini inciampati in questa gabbia burocratica avevano mandato in tilt i centralini dell’Aci chiamando in massa per protestare. Allora le lettere inviate furono un milione, per un totale di circa 130 milioni di euro.li 800mila avvisi mandati a fine estate di quest’anno potrebbero portare invece nelle casse della Regione una cifra che si aggira intorno agli 80 milioni di euro. «Quando risultano posizioni irregolari siamo costretti a mandare gli avvisi — spiegano dall’assessorato di Colozzi — Non possiamo fare finta di nulla, altrimenti la corte dei Conti si rifà con noi. ma per agevolare i cittadini abbiamo disposto che non venga applicata la mora a chi, tra quanti non hanno effettivamente pagato, si metterà subito in regola».
Fonte: La Repubblica – L.De Vito – 21/9/2010