Torino, Paola Bragantini cambia vita: “La mia è una decisione che cambia tutto: i politici non capiscono il settore…” quotidiano.net
L’arte del riciclo politico di solito porta in alto: dentro le banche, nelle fondazioni, in qualche consiglio di amministrazione. Trombati e sfiduciati, ma comunque con un partito alle spalle, tanti trovano il modo di infilarsi almeno in un pertugio degli organismi territoriali: un ente parco, un centro studi non si nega a nessuno.
La torinese Paola Bragantini, 44 anni, ex deputata Pd disarcionata dallo scranno per 159 voti il 4 marzo, ha deciso invece di salire su un taxi. Per guidarlo con rinnovato entusiasmo in una città che conosce benissimo essendo stata presidente della circoscrizione 5, quella che più rossa non si può. Con una laurea in Scienze Politiche, un master in biblioteconomia, il massimo dei voti, un posto da bibliotecaria al Castello di Rivoli e dieci anni filati di politica a tempo pieno. Auto bianca, vita nuova.
Un po’ bizzarro? “Per niente. È una scelta di libertà e indipendenza a livello personale e anche politico”. L’idea di tornare fra i libri non l’ha nemmeno sfiorata. Non c’era da scartare un lavoro a tempo indeterminato e incertezza per incertezza ha scelto il mestiere che la affascina da quando era bambina. Non è stata a piangere su quel pugno di preferenze mancateal collegio uninominale. Ha studiato riconfermando la fama di secchiona, superato l’esame alla Camera di Commercio e alla Motorizzazione, trovato la licenza da comprare. Una bella botta, economicamente parlando, che però le ha aperto gli occhi: “I politici non vedono, non approfondiscono in maniera seria la tematica del settore. Per i costi che comporta questo mestiere è una scelta di vita che coinvolge tutta la famiglia”.
Papà e mamma sono caduti dalle nuvole: “Tu a guidare un taxi?”. E lei a cercare di spiegare che non si tratta di un piano B, ma di autentica eccitazione: una grande cooperativa, un nuovo ambiente stimolante e anche molto maschile, anche se la minoranza femminile negli ultimi anni sta rimontando.
Tra poche settimane scenderà in pista consapevole che si tratta di lavoro duro ma anche pieno delle cose che le piacciono di più: ascoltare la gente e guidare. Si adeguerà alla decisioni della maggioranza dei colleghi, notoriamente piegati a destra, perché la catechesi politica è storia del passato.
È stata segretaria provinciale del partito quando veleggiava stabilmente fra il 30 e il 35%, stravinse nel 2008 e nel 2011 confermandosi destinata a un luminoso futuro politico.
Poi la batosta del 2018 e la clamorosa virata che non prevede vincoli o debiti di riconoscenza verso nessuno. C’è chi stupisce ma a sorprendersi è proprio Paola Bragantini: “Mi rimetto a lavorare, è la cosa più normale del mondo”. Creda, signora, proprio così normale no.
Come mai non ha scelto di lavorare per la multinazionale che il suo partito ha tanto appoggiato?
Sig.Alberto non gli viene in mente che con un nuovo lavoro ,prima di prendere decisioni importanti bisogna fare esperienza e in seguito valutare? Se
Forse lo ha fatto perchè non fa parte della cricca dirigente PD (infatti non è stata rieletta)?
Fosse la volta buona che comincia a capire che cos è la vita
secondo me tra cinque cambia idea e vende…..
Che coraggio..da donna mi stupisce il fatto della totale mancanza di coerenza ma solo Opportumismo!!!IN BOCCA AL LUPO..LE AUGURO DI CAPIRE QUESTO MESTIERE…